Secolo d’oro fu, il XVI, anche per Costacciaro, che, al pari dell’Italia
tutta del Rinascimento, conobbe la sua propria rinascenza. Così scrive,
infatti, il grande storico eugubino, del XVII secolo, Vincenzo Armanni, in
riferimento a Costacciaro ed ai suoi uomini più illustri: «È
riguardevolissimo frà gli altri castelli di questa giurisdizzione il
prefato luogo di Costacciaro, sette miglia distante da Gubbio, per aver
dato al mondo molti vescovi, e generali d’ordini, e gran moltitudine
d’uomini letterati, fra’ quali tiene il suo luogo Lodovico Carboni, uomo
d’insigne letteratura». Nel corso del 1500, infatti, fiorirono a
Costacciaro figure d’elevata cultura a livello regionale e nazionale, e
grandi predicatori, quali Bonaventura Pio Fauni, Pietro Fauni,
Bernardino Boldrini (tre “voci in capitolo” al Concilio di
Trento!), Flavio Fauni, lo studioso di filosofia Urbano Longhi,
il professore di filosofia Matteo Sammattei, Padre Maestro
Dionisio Sammattei, inquisitore generale della città di Firenze e
dell’intero suo dominio, nonché reggente del Convento dell’Annunziata
della stessa città, contemporaneo, e, assai probabilmente, intimo amico,
quest’ultimo, del massimo umanista costacciarolo: Messer Ludovico
Carbone.
Ludovico Carbone, o Carboni, è stato, senza ombra di dubbio, il più
illustre soggetto cui Costacciaro abbia dato i natali in campo letterario.
Nacque a Costacciaro nel 1532, fu Maestro (cioè a dire ‘rettore’) dello
Studio perugino, nell’anno 1570, fiorì attorno al 1585, e morì, a Venezia
(dov’è presumibilmente sepolto), circa l’anno 1590. Nell’anno 1551, cioè a
dire all’età di diciannove anni, lasciò la propria firma all’interno della
Grotta di Monte Cucco, e, visto che l’esplorazione di tale cavità, in quei
tempi assolutamente pionieristica ed assai rischiosa, richiedeva un’età
quanto meno matura, vale a dire giunta almeno sui trent’anni, possiamo da
ciò arguire come Carbone, precoce e grande, non lo fosse stato solo in
campo letterario, ma, anche, speleologico. Poco o nulla ci è stato
tramandato circa l’educazione ricevuta da Carbone. È, però, assai
probabile che egli conducesse i suoi primi studi presso gli eruditissimi
Frati Francescani Minori Conventuali di Costacciaro. Dovette, poi, passare
a formarsi in ambito ecclesiastico eugubino, al tempo del grande Vescovo
(poi Cardinale, e, infine, Papa, con il nome di Marcello II) Marcello
Cervini. Nell’opera Interior homo (‘l’uomo interiore’), Carbone
ringrazia espressamente, per gli insegnamenti ricevuti, l’“Ill.mo ac
Rev.mo Dominus Octavio Accorombono”, Eugubino, vescovo di
Fossombrone. Agli ammaestramenti dell’Accoromboni, Carbone confessa di
dovere molto del suo successo e di quello di quest’opera. Dalla lettura
d’alcune altre delle sue opere sappiamo, poi, che egli fu, per molti anni,
allievo dei Padri Gesuiti ed in particolare di Padre Claudio Acquaviva,
che diverrà Ministro generale della Compagnia di Gesù (allora detta “Societas
Iesu”), ed al quale, in progresso di tempo, Carbone dedicherà l’opera
Vir iustus (‘l’uomo giusto’). È altresì plausibile, che, proprio
presso i Gesuiti (i quali, come si sa, hanno sempre tenuto in gran conto
la rigorosa preparazione culturale), Carbone fosse ordinato sacerdote. È,
infatti, impensabile, che, in epoca controriformistica, si potesse
giungere ad essere Magister Sacrae Theologiae (cioè ‘Maestro di
Sacra Teologia’) e scrivere, liberamente ed in maniera diffusa, sulla
dottrina cristiana ed il catechismo, senza essere almeno divenuto
presbìtero. Egli dovette, dunque, essere sacerdote gesuita, o, in seconda
ipotesi, domenicano.
Secondo quanto scrive Vincenzo Armanni, Carbone rese edita una serie
ininterrotta di “opere di numero sopra trenta”. Alcuni di questi
libri saranno, poi, pubblicati postumi tra il 1590 ed il 1599, segno
lampante, questo, della sua grande fama, ormai chiara e consolidata.
Ludovico Carbone rese, dunque, editi numerosissimi volumi, la cui
cronologia va dal 1583 al 1599: sedici anni di studi “pazzi e
disperatissimi”, si potrebbe dire, mutuando tale celeberrima frase da
Leopardi. L’opera più ampia è “La divina istituzione”, in 25 libri,
l’ultima, Il Tractatus de legibus (‘Trattato delle leggi’), in 18
libri, stampato, a Venezia, nel 1599.
Le
seguenti cinque opere del nostro autore trovano attualmente collocazione
presso la Biblioteca Universitaria d’Urbino:
-
l’Introductionis in Universam Philosophiam;
-
il De quaestionibus oratoriis libri duo;
-
il De elocutione oratoria;
-
il De oratoria, et dialectica inventione;
-
il De praeceptis Ecclesiae opusculum utilissimum.
Una
ventina di opere del nostro Ludovico Carbone sono conservate all’interno
del fondo antico della Biblioteca Sperelliana di Gubbio; esse sono:
-
il Compendium […] totius summae theologiae (Damiani,
Venezia, Zenarij, 1587, collocazione: III 39 D 20);
-
il De caussis eloquaentiae (Venezia, Zenarium, 1593, coll.: III
33 K 19);
-
il De disputatione oratoria (Venezia, Zenarum, 1590, coll.: III
33 K 18);
-
il De officio oratoris […] (Venezia, Guerrilium, 1596, coll.: III
33 K 16);
-
il De octo partium orationis constructione libellus (Venezia,
Johannem Baptistam Ciottum, 1592, coll.: III 33 K 20);
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il De elocutione oratoria (Venezia, Johannem Baptistam Ciottum,
1592, coll.: III 33 K 17);
-
il De oratoria, et dialectica inventione (Venezia, Zenarum, 1589,
coll.: III 33 K 14);
-
il De pacificatione et dilectione inimicorum iniuriarumque remissione
cum appendice De amore et concordia fraterna (Florentiae,
Bartholomaeum Sermertellium, 1583 coll.: III 36 A 3);
-
il De praeceptis Ecclesiae opusculum utilissimum (Venezia,
Nicolaum Morettum, 1596, coll.: II 7 A 39);
-
l’Introductio ad Catechismum, sive Doctrina Christiana (Venetiis,
Ad signum Leonis, 1596, coll.: 33 I 14);
-
l’Introductio in Sacram Theologiam, sex comprehensa libris
(Venetiis, Iohannem Variscum & Paganinum de Paganinis, 1589, coll.: III
35 I 5);
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l’Introductionis in Logicam, sive totius logicae compendij
absolutissimi (Venezia, Iohannem Baptistam & Iohannem Bernardum
Sessam, 1597, coll.: III 33 A 4);
-
l’Introductionis in universam philosophiam libri quattuor
(Venezia, Marcum Antonium Zalterium, 1599, coll.: III 33 A 5);
-
il Tractatus de Legibus (Venetiis, Guerilium,
1599, coll.: II 27 D 2);
-
il De quaestionibus oratoriis libri duo (Venezia,
Zenarium, 1593, coll.: III 33 K 15);
-
il Divinus orator, vel de Rhetorica divina (Venetiis, apud
Societatem Minimam, 1595, coll.: III 45 I 6);
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L’huomo giusto o la centuria (vale a dire ‘l’insieme di cento
unità’) delle lodi dell’huomo cristiano del signor Lodovico Carbone
da Costacciaro (tradotto dal Reverendo Padre Leonardo Cernoti,
Canonico di San Salvadore, in Venetia, Giacomo Somasco, 1594, coll.: III
39 D 22);
-
l’Interior homo, vel de suiipsius cognitione (Venetiis,
Iohannem Variscum & Paganinum de Paganinis, 1585, coll.: III 33 I 16/III
58 F 6);
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l’Orationis dominicae ampla expositio […] autore Ludovico
Carbone a Costaciaro […] (Venetiis, Iohannem
Baptistam Somaschum, 1590, coll.: III 40 A 21);
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il Tractatus de omnium
rerum (Venetiis apud haeredes Iohannis Baptistae Somaschi, 1592,
coll.: III 33 I 17);
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il Vir iustus, vel de laudibus hominis
christiani, centuria […] nunc primum in lucem edita, autore
Ludovico Carbone a Costaciario (Venetiis, apud Iacobum Bendolum,
1585, coll.: III 35 A 6).
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