Fra’Dionisio Sammattei orgoglio di tutta la comunità

 

 

COSTACCIARO ‑ Fra i membri illustri dell'ormai estinta famiglia dei Sammattei, o Sanmattei, di Costacciaro fu celeberrimo il religioso Fra' Dionisio o Dionigi Sammattei, Francescano minore conventuale; grande predicatore, ed inquisitore generale della Città di Firenze e di tutti i suoi domini contro "l'ereticale nequizia", vissuto tra i secoli XVI. e XVII, e morto, "con grande opinione", a Firenze (forse in Santa Croce), il 7 luglio del 1603. Dal nome del paese natale, il Padre Francescano era chiamato "Dionigi Costacciaro" (forma nominale latinizzata in "Dionysius Constacciarius"). Portato a termine il corso ordinario degli studi, "Dionige de Costaciaro" (com'è probabile lo chiamassero allora in dialetto) fu destinato a fare il Lettore di Teologia nelle principali Reggenze dell'Ordine. Per quanto d'indole modestissima, non poté, tuttavia, esimersi dagli incarichi, onusti d'onori ed oneri, di cui, l'Ordine stesso, di volta in volta, veniva investendolo. Cominciò, Dionigi Costacciaro, là sua folgorante "carriera" nel 1574, quando fu eletto Ministro Provinciale dei Minori Conventuali per l'Umbria. Nel 1577, presiedette il capitolo generale dell'Ordine, convocato a Costacciaro, ed al quale intervennero più di 300 frati, guidati dal Ministro Generale, Pietro Antonio Camilli da Nocera. Il "Costacciaro" godette fama di grande predicatore, e fu osannato in molte città, tra le quali Ancona, Monaco, ecc. Tra il 1577 ed il 1578 fu investito della carica d'Inquisitore di Siena. Verso la fine del 1578, o ai primi dell'anno successivo, Papa Gregorio XIII lo elevò all'altissima dignità di Inquisitore Generale della Città di Firenze per la Santa Sede. Il 19 novembre del 1594, probabilmente in rappresentanza del Tribunale della Santa Inquisizione, Dionigi Sammattei interviene, a San Miniato, presso Pisa, in qualità di accusatore, al processo a Monna Gostanza, da Libbiano, indiziata di stregoneria e "diavoleria". Lui, l'Inquisitore Generale per l'intero territorio del Granducato, Dionigi da Costacciaro il "terribile", partecipa alle udienze processuali dal 19 fino al 24 novembre. Egli era allora già piuttosto anziano, ma oltremodo sapiente e saggio. Monna Gostanza, probabilmente accusata ",de maliis et facturis", era stata, inoltre, additata quale serva del demonio, ma l'Inquisitore Generale di Costacciaro, uomo dalla mente assai più aperta, illuminata, e duttile, rispetto agli altri giudici, che avevano avuto, fino ad allora, il compito di "mettere alle corde" (e non solo metaforicamente) la donna, riesce a scavare profondamente nella vicenda personale di Gostanza, cogliendo, al fondo del suo animo, debolezze ed errori umani, ma non certo "orrori demoniaci". Con il decisivo aiuto di Dionigi Costacciaro, Gostanza viene, così, scagionata dall'accusa. di stregoneria. Uomo consapevole ed equilibrato, saggio e sapiente, profondo conoscitore della cultura del suo tempo, il "Costacciaro" ottenne molte grazie, prebende e benefici dal Pontefice e dal Granduca di Toscana.

Euro Puletti