Dubbi archeologici sul ritrovamento di una pietra

 

 

Costacciaro - Un misterioso reperto archeologico emerge dalle colline tra Costacciaro e Gubbio. Non lontano dal Fosso Lucaria, presso il vocabolo rurale Contado 1 o Arònne, nel comune di Gubbio fu casualmente rinvenuto un grande blocco squadrato di conglomerato, abbandonato dall'uomo (o naturalmente rotolato per forza di gravità), da tempo imprecisabile, ai lati d'una strada campestre. Il manufatto lapideo, che fu subito segnalato alla Soprintendenza archeologica per l'Umbria, presentava una forma generale assimilabile a quella di un parallelepipedo, misurante centimetri 60 per 80, ed era fornito di tre incavi, a guisa di scodella, raccordati per mezzo di incisioni (fatte a scalpello), somiglianti a minuscole canalette. La finalità del manufatto (che qualcuno ipotizzò essere stato addirittura un'ara pagana) è tuttavia rimasta, sino ad oggi, affatto ignota. Si può soltanto dire che la pietra con la quale fu realizzato, il conglomerato, non è autoctona del luogo, non esistendo, nel sito in questione, roccia in posto di quella natura, ma solo di tipo marnoso‑arenaceo. Lungo la dorsale appenninica principale del Monte Cucco, invece, vi erano vere e proprie cave di quel materiale lapideo, che, dall'aspetto esteriore "aggricciato", "raggrinzito", assume, localmente, la forma geonimica popolare di "griccia". Il mistero sulla natura del reperto archeologico trovato tra le colline di Costacciaro e Gubbio, quindi, è ancora di la dall'essere risolto, anche se qualcosa di più sulla sua provenienza geografica si può ora dire.

E. Puletti