Un'escursione alla caverna di Monte Cucco

 

 

Costacciaro - Fra le molte visite esplorative novecentesche della Grotta di Monte Cucco merita, certo, di essere ricordata quella compiuta da Efrem Bartoletti nel 1924. Insigne politico, sindacalista e scrittore costacciarolo, emigrato negli Stati Uniti d'America, Bartoletti, con l'abile sua penna, stese, intorno alla Grotta, una relazione, scientifica e poetica insieme, in 24 pagine, dal titolo "Un'escursione alla caverna di Monte Cucco". Il resoconto della visita, contiene, in prefazione significativi ragguagli sulla storia degli Uomini Originari di Costacciaro, ed é testualmente dedicato "All'on. G. Battista Miliani, continuatore felice dell'arte Cartaria degli avi, alpinista indefesso e studioso di monti e caverne". Dalle precise descrizioni, contenute nel rapporto della visita alla Grotta, si può desumere come Bartoletti giungesse, assieme ad alcuni compagni, fra cui é menzionato Siro Secondo Antinucci di Villa Scirca, al termine della porzione turistica della cavità. La relazione é interessante sotto vari aspetti: il letterario, lo storico, il documentario. Assai espressiva risulta, inoltre, la descrizione di certi "insetti alati", o "mosche biancastre" (probabilmente tricotteri), osservati presso il ramo terminale del tratto turistico della Grotta. Scrive ancora, a tal riguardo, Bartoletti: "E ci troviamo in un pozzo rotondo [...], il quale abbonda de le già note mosche tal che sembra l'addormentate pecchie un alveare". É assai probabile che questo pozzo, o, come sarebbe meglio dire, camino, o scivolo, esplorato da Bartoletti e compagni, altro non fosse che quello, inclinato, da taluni conosciuto, oggi, sotto il nome di "Burella". Esso, come intuì rettamente Efrem Bartoletti, punta “sparato” all’esterno della montagna verso settentrione, e, più precisamente, in direzione di "Costi Leprène", nota località  prativa del versante nord del Cucco, che sovrasta "Pian delle Macinare". Oltre ad Efrem Bartoletti, ebbero a visitare, nello stesso anno, la grotta un nutrito "manipolo" di Costacciaroli, Scircanti e Sigillani, forse in numero di dieci, o quindici, fra i quali vanno, con sicurezza, annoverati i fratelli Guerriero e Giuseppe Simonetti, Luigi Simonetti, Rapisardi, e, forse, Gedeone e Siro Secondo Antinucci, proprietari, questi due ultimi, del Maglio Vecchio di Villa Scirca. Essi, ritornati una seconda volta nella cavità, per solennizzare l'avvenuta loro prima esplorazione, fecero incidere, nell'opificio detto "Ramiera", ovverosia all'interno del Maglio Vecchio di Villa Scirca, i propri nomi su di una piccola lastra di rame. Questa "si giace", tuttora, "negletta e abbandonata", in un riposto "infratto" della grande Grotta.

Euro Puletti