venerdì 13 marzo 2009

Costacciaro Scoperta un'immagine

La "mirabile grotta in un libro pontificio dell'Ottocento

Costacciaro - Un'immagine ottocentesca della grotta di monte Cucco scoperto in un libro. A poco più di un mese dall'inaugurazione e apertura ufficiali del percorso escursionistico-speleologico interno alla grotta di monte Cucco, previsto per sabato 18 aprile, si riscopre come numerose e dettagliate descrizioni di tale rame, intitolato al fabrianese Giambattista Miliani che, primo, lo percorse ed esplorò con spirito positivistico e mentalità scientifica, godessero, sin dal XVII secolo, d'ampia risonanza su relazioni di visita manoscritte ed importanti opere a carattere enciclopedico. Infatti, all'interno di un'opera ottocentesca, di stampo scientifico e geografico, come, ad esempio, il "Dizionario Corografico dello Stato Pontificio compilato per cura del dott. G. Stefani" (Milano e Verona, 1856, pagina 288), si parla diffusamente del monte Cucco ma, in particolare, della sua "amplissima, mirabile, natural grotta". Il 1856 è guarda caso, proprio l'anno di nascita di G. B. Miliani. “Cucco Monte. Alta vetta dell’Appennino centrale, posto nella Provincia di Urbino e Pesaro, 7 miglia a greco della Città di Gubbio e 5 ag ostro del Monte Catria. Esso elevasi all’altezza di metri 1650. “Mirata e rinomata - scrive il Rampoldi - è questa Montagna, perché ad un terzo di miglio dalla sua sommità offre un’amplissima Grotta, alla quale si arriva per non facile cammino. Colà trovasi un foro di circa 12 piedi di diametro, il quale forma l’ingressodi quella singolare Caverna. Essa tosto s’ingrandisce ed a pochi passi sprofonda per circa 90 piedi quasi a perpendicolo. Un’annoso tronco d’albero, ch’ergesi presso quell’ingresso, serve ad affidare una doppia fune per la discesa. Al piano trovasi una galleria la quale non si estende che pochi passi; a sinistra se ne apre un’altra molto più ampia, la quale ha circa 100 piedi di lunghezza, e quasi 50 di larghezza: ovungue veggosi stallattiti. Un frandioso arco gli serve di limite e da questa si passa ad un piano alquanto inclinato e si entra in una terza galleria maggiormente estesa e maestosa delle altre. Da un’arco è pur dessa circoscritta: quindi si entra nella quarta ed ultima galleria, la cui altezza non può prefiggersi, non bastando a ciò le raddoppiate fiaccole. Proseguendo il cammino si trova precluso l’adito da una profondità di 20 piedi di altezzae più oltre una maggiore, poiché una pietra scagliatavi a forza la denunzia profondissima. Varì nomi vi si trovano incisi sino all’idicato punto: uno accenna il 1517. Cocrezioni stallattitiche stallagmitiche si rinvengono in ogni luogo di questa mirabile natural Grotta”.