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Domenica 18 settembre 2011 |
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Incredibile scoperta al passo del Cannone nella cavità del monte Cucco Nella grotta una firma vecchia 120 Costacciaro - “Settembre; l’uva è fatta e il fico pende”. Così, con questo proverbio, viene salutato, tradizionalmente, dalle nostre parti, l’arrivo del mese settembrino, apportatore dei più dolci e graditi frutti della terra, ha voluto aggiungere quello, inaspettato, del sottosuolo del Cucco e dell’idefesso lavoro di ricerca di un sol uomo: Mirko Berardi di Valdorbia del Comune di Scheggia e Pascelupo. Mirko Berardi, unn valente speleologo del Cens di Costacciaro, infatti, ripercorrendo, con “intelletto ed amore”, la sua già tante volte “camminata” Grotta, ha notato, nei pressi del cosiddetto “Passo del Cannone”, una nicchia naturale, all’interno della quale faceva bella mostra di sé una grande ed evidente iscrizione, tracciata, in stampatello miniscolo, con il nerofumo d’una lampada: Mengarini 1892. Berardi uomo di notevole cultura, non ha, quindi, impiegato molto ad associare scritta e data ad un famoso personaggio storico che prestò, a Giambattista Miliani, il suo nome, proprio nell’aprile del 1892, per battezzare la più bella e vasta sala della cosiddetta porzione turistica della Grotta di Monte Cucco: Margherita Trube Mengarini. Rimane semmai, il piccolo dubbio se la firma debba attribuirsi direttamente a Margherita o non, piuttosto, al marito Guglielmo Mengarini, ai suoi tempi, noto fisico ed astronomo di fama inernazionale, il quale, Mengarini, lo era per antonomasia, senza bisogno di aggiungere alcun nome. Nel suo articolo “La caverna di Monte Cucco”, pubblicato sul bollettino Cai del 1891-1892, tuttavia, Miliani, che vi descrive per filo e per segno, la sua decennale esplorazione alla Grotta, parla soltanto e solamente di Margherita Mengarini, non facendo alcun accenno al marito. La scoperta avrà, certo, immediato riscontro alla prossima presentazione del libro sulla Mengarini, previsto, indicativamente, a Costacciaro, per la fine del mese di settembre, e presso i suoi discendenti tutti, due dei quali, pronipoti statunitensi, si chiamano, guarda caso, William, cioè Guglielmo, e Margaret, vale a dire Margherita. Una scoperta e una curiosità che rende ancora più interessante la grotta del Monte Cucco, le sue bellezze naturali e la sua storia che si perde nella notte dei tempi e che per gli abitanti rappresenta un patrimonio dal valore inestimabile. Euro Puletti
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