Dubbi sulla datazione ma tutto farebbe pensare che sia stata eseguita nel secolo XIII

Riscoperta una piccola e antica campana

 

 

Costacciaro - Nella chiesa di San Francesco di Costacciaro, il parroco don Nando Dormi ha compiuto un'ennesima interessante scoperta, la cui dinamica sembra avere dell'inverosimile. Don Nando ha scoperto, del tutto inaspettatamente, per la fortuita rottura del cordino, una campanella, forse risalente al 1219. Si tratta della piccola campana, sospesa a quasi dieci metri d'altezza, che si suona ogniqualvolta il prete compie il suo "introito" in chiesa, per officiare la messa. La campanella, dal bel suono argentino, presenta due "capelli" d'aggancio, simili a quelli della trecentesca campana della Torre dell'Orologio, i quali ultimi, però, anche per il gran peso che debbono sopportare, sono in numero di quattro. La riscoperta campanella reca, in epigrafe, una data, forse soprascritta in carattere onciale, che può essere letta sia come 1219 sia come 1719. Il parroco, che ha fatto le precedenti considerazioni, è molto prudente, tuttavia propende per il 1219, in quanto, sullo stesso bronzo, figura un bassorilievo rappresentante un abate od un vescovo. Il personaggio in narrativa, con il capo coronato dalla mitria, regge un bastone fiorito nella mano destra, mentre, nella sinistra, stringe un libro. Una singolarità della raffigurazione è costituita dal fatto, certo inconsueto, che essa mostra la bocca aperta, come se si fosse voluto con ciò simboleggiare un predicatore. Ai lati del sacro personaggio, che poggia i piedi su di un gradino, una predella d'altare od un libro, campeggiano, poi, due lettere latine maiuscole e puntate: S. V. Il digramma è stato, dapprima, provvisoriamente interpretato come l'abbreviazione di "Sanctus Ubaldus", cioè Sant'Ubaldo. La simbologia di un bastone fiorito non può, tuttavia, in nessun modo concordare con gli attributi iconografici di Sant'Ubaldo, il quale stringe sempre in mano il bastone pastorale. Dovrebbe, dunque, trattarsi d'un monaco, forse un abate, divenuto vescovo. I frati francescani minori conventuali, inoltre, che hanno officiato la chiesa dal 1282, riconsacrandola e dedicandola a San Francesco solo nel XIV secolo, non avrebbero mai fatto effigiare un monaco sulle loro campane. Qualora, invece, la retta interpretazione della data fosse, realmente, quella del 1719, vi sarebbe da spiegare la provenienza di quella campanella. Quello di tale squilla è un bronzo molto grezzo, e non granché ripulito dalle scorie della fusione, operazione, quest'ultima, che, nel 1700, veniva eseguita, invece, con grande impegno e perizia. Il ceppo e i ferri, che reggono tale campana, lascerebbero anch'essi propendere, secondo don Nando per una datazione prossima al secolo XIII.

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Manifestazioni in onore del Patrono

COSTACCIARO – Cominciano domenica le manifestazioni in onore del patrono, il Beato Tommaso da Costacciaro, che proseguiranno fino al 7settembre con un intenso programma in cui si alternano cerimonie religiose, incontri, spettacoli e giochi. Domenica 31 alle 11,30 ci sarà la messa e la cresima, presieduta dal vescovo monsignor Pietro Bottaccioli. Alle 21, nella sala museo del Parco, la Filodrammatica perugina Unitre proporrà lo spettacolo "Un party particolare".