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Alla scoperta della pieve di San PaternianoTracce del Medioevo
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Scheggia - Di medioevale, Scheggia conserva, fra gli altri monumenti, esigui resti d'una plebs: la chiesa di San Paterniano (vescovo di Fano), antichissima pieve rurale e battesimale dell'anno Mille, il cui nome è ricordato dal contiguo toponimo La Pioverella, cioè 'la piccola pieve'. Topograficamente ancorata al colle omonimo, lungo le falde occidentali del Monte Calvario fu, ab immemorabili, la parrocchiale di Scheggia. Don Filippo Leonardi, arciprete scheggino nel 1830, ci rappresenta, nel seguente modo, lo stato della chiesa in quell'epoca: "Rimangono gli antichi sepolcri... il pavimento, il presbiterio, le mura in ottimo stato, che conservano le immagini dei Santi dipinti a fresco ed una patina di antichità, per cui chi entra vi vede all'istante una grande antica chiesa. Allorché io... fui fatto... arciprete nell'anno 1830 al vedere quel venerando luogo convertito in un fienile non potei fare a meno di fremere di dolore e allora proposi di ritornarlo a sacro tempio, benché non nel lustro di prima". A difesa di questa pieve, il comune di Gubbio eresse, nel 1380, un palazzo fortificato con cinta muraria: il “Palatium Sancti Patregnani de Scheggia”. Della chiesa resta oggi un bell'arco, a sesto acuto, in pietra arenaria (forse l'antico portale d'ingresso, con, ancora, gli alloggiamenti per i cardini del portone), aprentesi sulla parete di nord‑ovest, ed altri archi, ora tamponati all'interno dell'edificio. La chiesa doveva essere ad unica navata con abside orientata. E' possibile che esista ancora una cripta, ora interrata e piena di detriti. Euro Puletti
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