giovedì 11 gennaio 2007

Trovato un reperto nella grotta del monte Cucco durante il corso Cens

Spunta un medaglione del Cinquecento

Costacciaro - Nello scorso mese di dicembre, nell'ambito del corso di introduzione alla speleologia organizzato dal Cens di Costacciaro, Mirko Berardi di Valdorbìa di Scheggia, valente speleologo ed esperto conoscitore dell'Appennino umbro‑marchigiano, specie nel tratto compreso tra il Cucco ed il Catria, ha, con sua grande sorpresa, rinvenuto nella Grotta di Monte Cucco, a circa 20 metri dal fondo del pozzo d'accesso, un medaglione bronzeo, di circa 4 centimetri di diametro. Ben conservato, e recante alcune immagini, ed iscrizioni religiose in lettere maiuscole latine, con invocazioni a Gesù crocifisso, a San Giovanni evangelista ed alla Vergine Maria, l'antico pendaglio, nonostante i secoli passati, è ben conservato. Quanto scritto su di una faccia della medaglia, con lo sfondo del Golgota, dei simboli e degli strumenti della passione, può essere così interpretato: "Fatto per noi obbediente fino alla morte e alla morte di croce". L'altra faccia, con effigiati la Madonna e San Giovanni ai piedi della croce, reca, invece, qui trasposta in italiano, la seguente iscrizione: "Madre, ecco tuo figlio, figlio, ecco tua madre". II reperto, emerso casualmente alla superficie della Grotta forse in seguito ai recenti lavori di apertura al pubblico della stessa cavità, che hanno comportato, fra l'altro, anche modesti movimenti di terra, potrebbe ragionevolmente essere datato, anche se ancora prudenzialmente, fra i secoli XVI e XVII. Tale ciondolo potrebbe, ad esempio, rappresentare una sorta di amuleto, lì intenzionalmente lasciato a scopo apotropaico, ovverosia per allontanare il male, che si credeva (specie in epoca controriformistica) dovesse avere il suo sito genetico e la propria sede elettiva, proprio all'interno delle "buie; tetre ed infernali grotte". Quest'ultima ipotesi trova un elemento avvalorante nel fatto, storicamente accertato, che, tra il 1500 ed il 1600, ebbero a compiere la visita della Grotta religiosi, letterati ed inquisitori, fra i quali Vincenzo Maria Cimarelli, inquisitore a Gubbio, il quale ebbe a calarsi, in data 1637, nella Grotta di Monte Cucco, proprio per dare la caccia alle streghe. "Il rinvenimento ‑ dice lo stesso scopritore Berardi ‑ sebbene del tutto fortuito, costituisce, in qualche modo, il frutto della continua ed operosa attività di ricerca portata avanti dal Cens di Costacciaro, cui, anch'io, mi onoro di far parte. Il reperto resta, naturalmente, a completa disposizione degli esperti della Soprintendenza archeologica per l'Umbria. Il mio auspicio, però, è che esso rimanga in esposizione permanente a Costacciaro, presso il locale Museo del Parco di Monte Cucco, dove tutti, residenti e turisti, potrebbero goderne appieno.

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