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Anno 1° numero 17 Novembre 2002 |
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Originaria di Scheggia vive in Perù dove aiuta poveri e orfani Antonella, una missione per la vita
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di Guido Giovagnoli
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Religione, educazione civica, regole di comportamento sono materie scolastiche e modi per divulgare me il rispetto, la solidarietà e l’amore per il prossimo. Tutto estremamente importante così come è altrettanto prioritario far capire ai nostri giovani che una preghiera la sera o promesse particolari spesso non sono sufficienti per dirsi solidali, rispettosi e caritatevoli. Non è facile rendere conto della povertà sebbene ci siano i media che spesso affrontano i problemi del terzo mondo e dell’immensa indigenza in cui vivono popolazioni lontane. Questo per introdurre un personaggio con una storia tutta da raccontare. Si chiama Antonella Anici, 41 anni, originaria di Scheggia, vive in prima persona i problemi che abbiamo sopra elencato. Dopo aver conseguito la laurea in scienze teologiche ed aver insegnato religione nelle scuole di Scheggia e Costacciaro ha deciso di voltare pagina e lo ha fatto in maniera radicale. Da tempo infatti porta avanti una missione in Perù. Rientrata in Italia per qualche giorno, è stata invitata dalla scuola di Costacciaro per testimoniare la sua esperienza e raccontarla ai giovani studenti. «La sua vicinanza ci ha commosso. |
Non si presentava una foto lontana, un documentario girato chissà in quale parte del mondo, commentato da una voce ignota. Da tempo sentivamo parlare di Antonella, della sua missione in Perù dove aiuta tante persone bisognose ed otto bambini orfani di cui si occupa con una generosità da ammirare e stimare senza limiti». Così ci hanno riferito i docenti della scuola di Costacciaro. «Dalla sua voce e dalle sue immagini hanno continuato ‑ è arrivata una testimonianza forte. I racconti, le diapositive hanno detto di bambini che lavorano con i genitori nei campi, di asini preziosi come per noi lo sono le macchine, di case essenziali fatte di una sola stanza senza finestra per non rischiare di essere derubati da ladri in cerca di essenzialità». Che messaggio volete rivolgere ad Antonella? «Più che un messaggio ‑ ha risposto la professoressa Carla Gambucci ‑ una ferma volontà di continuare ad aiutarla, forse anche per difenderci da questa mediocrità che non ci consente di riuscire a fare una esperienza così ricca di amore per l'altro perché poveri della generosità che invece la veste, lei così semplice . . .» .
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