Anno 1° numero 3 marzo 2002

Contrasti sulle attività del centro che non rispetterebbero la convenzione con l’Amministrazione Comunale

Sul CENS l'ombra delle polemiche

Tira che tira e la corda si spezzò. Un banale gioco di parole per entrare nel dettaglio di una questione che sta ‘spaccando’ Costacciaro. E' la diatriba palese che ruota attorno al CENS (Centro Escursionistico Naturalistico Speleologico) che dal 1996 opera nel Comune di Costacciaro. Doveroso ancorarci a qualche anno addietro per inquadrare le ultime calde vicende che accompagnano l'attività di tale istituzione. Periodo 1985-90. All'epoca della prima Amministrazione Morelli a Costacciaro trovava sede in un immobile di proprietà comunale il CAI (Centro Alpinisti Italiano) diretto da Francesco Salvatori, oggi ex insegnante in pensione. Dal 1990 si affaccia una nuova Amministrazione Comunale guidata da Silvana Tommasoni. Il CAI continua la propria attività di settore sebbene qualcosa nel proprio interno cominci a scricchiolare. Il direttore Salvatori causa conflitti interni continui viene rimosso dalla carica ed il Centro Alpinisti continua la propria attività condotta da ragazzi locali. Dal 1996 cambia lo scenario politico con Giuseppe Morelli che torna sulla poltrona di primo cittadino. Quasi contemporaneamente il CAI scompare e nasce la nuova istituzione denominata CENS che vede il ritorno nella figura di direttore di Francesco Salvatori con la presidenza in mano a Marco Menichetti ed oggi conta circa 600 soci. Le finalità del CENS si identificano in compiti specifici: approfondite e sistematiche azioni educative al fine di valorizzare il patrimonio culturale, storico e artistico del territorio appenninico, in particolare l’area del monte Cucco e le sue innumerevoli grotte. Non mancano nel programma i paragrafi dedicati alla ricerca, all’informazione, al soccorso e alla prevenzione attinenti alle attività condotte da escursionisti, speologi, deltaplanisti, guide, turisti. Alla nuova istituzione viene destinato l'immobile di proprietà comunale completamente arredato.

 

 

    

Si arriva alla stipula di una prima convenzione tra l'Amministrazione Comunale di Costacciaro e il CENS che prevede tra i punti focali la creazione di un borgo didattico le cui aspettative si legano ai rapporti da allacciare con le scolaresche, la realizzazione di visite guidate lungo i sentieri dell'area in esame e quant'altro per espletare le finalità sopra citate. Col passare del tempo, si racconta, rimbalzano i primi mugugni e a Costacciaro hanno cominciato a storcere il naso sulle reali attività promosse dal CENS. L'immobile completamente arredato, attrezzature di varia natura, mini bus e fuoristrada per le attività su terreno determinano costi di gestione esorbitanti che a detta della cittadinanza ricadono inevitabilmente sulle tasse di quest'ultimi. Si organizzano inoltre corsi per varie attività, di aggiornamento e perfezionamento, che sovente non rientrano nei compiti previsti dal borgo didattico con per di più costi smisurati. Del bilancio di tale attività mai nulla è trapelato. Solo nell'ultima convenzione, sulla scia di reiterate richieste di chiarimento, compare tale voce. Altre anomalie hanno determinato nuove polemiche. I mini bus, a seguito di ricerche condotte da parte interessata, non risultano intestati né al CENS, né all'Amministrazione Comunale ma addirittura a soggetti privati, in primis a Francesco Salvatori. L'immobile, sede dell'istituzione, non risulterebbe essere conforme alle normative di legge in particolare nella disponibilità, obbligatoria, di scale antincendio. Altra nota stonata è la mancanza di personale locale nello svolgimento delle attività. La gente si chiede perché: parte l'accusa a Francesco Salvatori di essere quel che si dice ‘un padre padrone’ timoroso dell'avvento di qualche giovane rampante. E poi la ciliegina sulla torta. I1 direttore ha spesso evidenziato l'opera del CENS di curare massimamente la manutenzione delle attrezzature per condurre le varie attività, in particolare la sostituzione di corde logore. E' emerso invece che quelle corde, in realtà nuove, fossero state portate da escursionisti, da privati appartenenti ad altri centri. Facile a dimostrarsi, si dice, in quanto le suddette corde portano ben impresso il timbro del centro di appartenenza dell'escursionista di turno. Da qui numerose e‑mail di protesta. Sulla vicenda il clima a Costacciaro è sempre più in ebollizione.