Anno V° numero 149 maggio 2006

 

 

COSTACCIARO IL FATTO Furono smembrati dall’urna che custodisce le spoglie del Beato Tomasso

Si attende il ritorno degli angeli

L'urna che custodisce, all'interno della chiesa ex conventuale di San Francesco, le spoglie mortali del beato Tomasso, patrono camaldolese del paese pedeap­penninico, "è - come ha scritto lo storico dell'arte eugubino Francesco Mariucci - uno dei più interessanti manufatti lignei a destinazione funeraria, risalenti al XVII secolo, dell'intera diocesi di Gubbio. L'arca, intagliata e dorata, realizzata per conservare le spoglie del veneratissimo protettore, era proposta alla devozione dei fedeli grazie a due angeli che la sorreggeva­no, sollevandola dal suolo, ai lati corti della base". Gli angeli, sculture a tutto tondo, furono inopinatamente smembrati dall'apparato funebre cui appartenevano, probabilmente intorno all'anno 1908, a seguito di alcuni restauri che interessarono la chiesa di San Francesco, in vista dell'imminente ritorno dei frati minori conventuali. Nel dicembre del 1918, il soprintendente di Perugia annotava, amareggiato, che "gli angeli, pure in legno, che un tempo sostenevano (la cassa) sono stati tolti nella sistemazione presente (dell'altare maggiore della chiesa) senza alcuna ragione". Quanto scritto dal soprintendente è pienamente confermato da un "inventario degli oggetti esistenti nella chiesa di San Francesco di Costacciaro, compilato in occasione della riconsegna fatta dall'uscente arciprete, parroco padre Cesare Pietro Menghini e firmato il 18 agosto 1920". Per quanto concerne l'altare maggiore, nell'inventario è scritto: "Urna del Beato Tommaso, di legno intagliato e dorato di buonissimo stile. Facevano parte della predetta urna due grandi `angeloni' argentati con ali dorate, presentemente collocati in un magazzino comunale". "È auspicabile - come ha scritto lo storico dell'arte Paolo Salciarini, responsabile dell'ufficio beni culturali ecclesiastici della diocesi di Gubbio - che nella chiesa, già conventuale di Costacciaro, vengano ricontestualizzati tutti gli elementi che facevano parte dell'arca del Beato, in piena sintonia con la composta solennità, l'austerità e il profondo senso religioso del luogo sacro. Mi riferisco in particolare ai due 'Angeloni', dorati e inargentati, descritti nell'inventario del 1920, e che oggi si trovano nella chiesa di San Francesco di Foligno". La soprintendente Vittoria Garibaldi si è recentemente espressa in favore della ricompo­sizione dell'urna del Beato nella sua integralità. L'intera comunità di Costacciaro sente l'ardente desiderio di rientrare in contatto con questi irripetibili beni del proprio sentimento religioso, della propria cultura e del proprio passato, espressamente concepiti e realizzati per onorare "il Beato Tomasso, Bianco Eremita del Monte Cucco". I frati francescani minori conventuali, cui si deve la plurisecolare custodia dell'urna del Beato Tomasso, hanno risieduto a Costacciaro, più o meno continuativamente, sino all'anno 1990. Da alcuni anni il convento è divenuto proprietà del comune e sua sede.

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Curva di Villa Col de' Canali, lavori entro l'anno

La Provincia ha approvato il progetto preliminare per la curva a gomito di Villa Col de' Canali sulla Flaminia. I flussi di traffico verranno separati con un tratto a senso unico verso Costacciaro (un ponte che consenta il superamento del Fosso della Foce). Un intervento quindi sul tipo di quello per la vecchia galleria tra Scheggia e Cantiano. Sarà migliorata anche la viabilità esistente aumentando i raggi di curvatura e sono previste opere come marciapiedi e impianti d'illuminazione. "I lavori inizieranno entro quest'anno", ha detto l'assessore alle infrastrutture Giovanni Moriconi.

 

Un “cantamaggio” in gonnella

È proprio vero che, neppure in un centro pedemontano come Costacciaro, esistono quasi più professioni, mestieri né riti di assoluta prerogativa maschile. Dopo il sindaco e il vicesindaco, entrambi appartenenti (accoppiata assolutamente rara) al "gentil sesso", infatti, l'antico borgo pedeappenninico può vantare, da quest'anno, anche un nutrito gruppo di cantamaggio "in gonnella". Nella notte tra il 30 aprile ed il 1 ° maggio, infatti, le valorose "maggiaiole", in numero di dodici, guidate dal mitico Primo Sborzacchi (detto "Primetto de Santione"), "beato fra le donne", hanno, così, sfidato il freddo, la pioggia e, ancor di più, la tradizione, che voleva, finora, i cantori del maggio d'esclusiva espressione del cosiddetto "sesso forte". Dalle 7 di sera alle 3 di mattina, nuove voci, femminee e squillanti, sono, così, risuonate, nell’aria frizzante, frammiste alle suggestive note della fisarmonica, per annunciare, a tutti, l’arrivo del tempo buono della "stagion novella", così a lungo sperato ed invocato. Tutte le persone hanno ricambiato, con doni semplici, ma generosi, le note liete e gioiose delle maggiaiole. Un finale davvero a sorpresa è stato, però, quello che, improvvisamente, hanno incontrato i maggiaioli uomini di Villa Col de' Canali. Questi, infatti, convenuti, a Costacciaro, in casa di Carlo Generotti, si sono visti, ignari di tutto, affiancare dall'ormai affiatato gruppo di neofite cantrici. Dall'incontro è scaturito un simpatico scambio di sfottò, che ha suggellato e salutato, in maniera davvero simpatica ed inusuale, il passaggio di stagione. A suggellare la simpatia e l'amicizia, immediatamente nata tra i due gruppi, d'opposto genere, ma di medesimo spirito, ci ha, infine, pensato Giannina Generotti, che ha offerto, col cuore, genuini e saporiti cibi e bevande, propri della nostra, più antica e vera, tradizione contadina locale. Onore al merito, allora, a tutto il gruppo delle donne dal fazzoletto rosa, le cui valide componenti sono state Maria Grazia Vergari, Assunta Cavalieri, Cinzia Cianfichi, Eleonora Bucci, Barbara Galantini, Malvina Roscini, Graziella Roscini, Antonella Benedetti, Anna Maria Giacometti, Laura Ricci, Loretta Lupini, e Giovanna Gambucci.

CENTRO SOCIO-CULTURALE, FESTA PER SANT'UBALDO

Il Centro socio‑culturale di Costacciaro dà appuntamento per la Festa di Sant'Ubaldo alla Badia, come ai vecchi tempi. Infatti, questa "scampagnata" è una vecchia tradizione che per la prima volta, dopo tempo, riprenderà quest'anno. Il programma prevede, martedì 16 maggio, giorno di sant'Ubaldo, partenza a piedi di fronte alla chiesa di San Francesco alle 9.30. Quindi, alle 10.30, santa messa nella chiesetta di Sant'Ubaldo alla Badia, luogo di arrivo. Al termine, partenza dalla Badia per pranzare a Villa Pascolo (facoltativo; per chi volesse, comunque, obbligatoria la prenotazione entro il 13 maggio presso la cartoleria Palazzari Pietro; quota 18 euro). Per chi ne avesse necessità sarà a disposizione un servizio di trasporto. II Centro, inoltre, ricorda che per maggio è in programma anche una giornata ecologica, in giugno una gita e in luglio un pullman per le terme di San Vittore di Genga.