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Anno XVIII - N. 15/16 - 7 agosto 2005 COSTACCIARO |
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Le piccole ancelle del sacro cuore: sessant'anni al servizio dei costacciaroli L'ex medico condotto di Costacciaro, dottor Ivo Puletti, si ricorda di quando, nel 1929, scolaretto d'asilo di appena 5 anni, assistette, nel capoluogo durante l'inaugurazione del locale asilo d'infanzia, all'insediamento, in loco, di alcune monache della congregazione delle Piccole Ancelle del Sacro Cuore ed alla loro presa di possesso della struttura. Il fondatore di tale congregazione religiosa femminile, il Venerabile Monsignor Carlo Liviero, allora Vescovo di Città di Castello, che presenziò alla cerimonia d'insediamento, quasi a spegnere i facili entusiasmi, avrebbe detto, nel discorso inaugurale, che "anche le suore debbono mangiare", per far capire alla popolazione tutta che bisognava aiutare concretamente le religiose a sopravvivere in quel terribile anno di depressione, miseria e "nevone". Fra quelle prime monache pare ci fossero suor Saveria, suor Carmela, suor Maura, e suor Emilia. Nel primo dopoguerra, giunsero a Costacciaro madre Olimpia Sabbatini di Ostra Vetere, nelle Marche, e suor Alessia Castelli, originaria di Force di Ascoli Piceno. Frattanto, operavano nel paese anche suor Tarcisia Cavallaro, suor Severina, e suor Alfonsa Merli. Suor Dorotea Belluco, veneta, la più giovane fra tutte, arrivò invece a Costacciaro solo nel 1956. In quell'anno, tale suora andò ad alloggiare, insieme alle consorelle, nel nobiliare Palazzo Chemi. Secondo la sua attendibile testimonianza, nel comune c'era una grandissima povertà. Tra il 1969 ed il 1970, suor Dorotea (che ha risieduto a Costacciaro per ben 25 anni) andò a soggiornare nella scuola materna comunale, fatta costruire dai sindaci Nicola Cherubini e Fedele Galli. Questa era bella, spaziosa e moderna, poiché le grandi vetrate permettevano alla luce solare di filtrare diffusamente, ma le invetriate stesse erano anche pericolose, perché, di sovente, i bambini ci andavano ad urtare con la testa. Le tre suore si spostavano spesso a bordo della loro Prinz, e, questo, tutti i costacciaroli lo ricordano benissimo. L'asilo infantile di Costacciaro (che sorse sopra alcuni orti), fu realizzato dal sindaco Fedele Galli che eseguì un progetto già approvato ed avviato dalla precedente amministrazione Cherubini. Alla fine del 1968, il comune aveva preventivamente richiesto al Provveditore agli Studi di Perugia l'istituzione della scuola materna statale nel capoluogo. Una volta compiuta tale importante opera pubblica, la direzione e la conduzione dell'istituto della scuola materna vennero affidate alla superiora, madre Olimpia, ed alle consorelle Alessia e Dorotea, che gestirono tale pubblico servizio sociale di per circa un ventennio. Suor Dorotea Belluco, tuttavia, se ne andò dal paese, prima delle altre, tra il 1981 ed il 1982. Il 10 ottobre dei 1987, il sindaco professor Giuseppe Morelli comunicò al consiglio comunale che, con lettera del 18 agosto, la madre superiora generale delle Piccole Ancelle del Sacro Cuore (300 suore per 40 case attualmente sparse nel mondo) lo aveva informato della perentoria decisione, assunta dalla congregazione di ritirare le monache residenti. Suor Dorotea, l'unica ancora vivente, che, tra breve (dal santuario del Pelingo, nei pressi della Gola del Furlo, dove attualmente risiede), si trasferirà all'importante convento di Città di Castello, vorrebbe tornare a rivedere Costacciaro. Il volto di suor Dorotea, ma anche il suo animo, è rimasto identico a quello, solare, di cinquant'anni fa. Euro Puletti |
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