|
Anno XIX - N. 14 aprile 2006 COSTACCIARO |
|
ESCLUSIVO/ Affreschi e linguaggi in codice emersi dai lavori pst-terremotonella chiesa di San Francesco I Templari avevano la loro ambasciata a Costacciaro "Fino ad oggi si è parlato solo di una presenza mordi e fuggi a Sigillo e Purello, ma a Costacciaro i monaci-guerrieri forse avevano il loro centro formazione e culturale" La storia che vi stiamo per raccontare nasconde in sé due elementi esplosivi: uno strano enigma medievale e il fascino dei templari, i monaci-guerrieri che vollero difendere il Santo Sepolcro e la tradizione cristiana Ma soprattutto questa è una storia (in esclusiva) ancora tutta da grattare dai muri della Chiesa di San Francesco in Costacciaro che dopo secoli di silenzio, a causa del terremoto, sta rivelando le sue vere radici precedenti all'arrivo dei francescani che nel 1315 consacrarono l'edificio religioso al loro santo per eccellenza: il Poverello di Assisi. Una storia così non può che essere raccontata in più puntate: per la precisione in tre. La prima, quella che state per leggere, sarà dedicata al mistero di Costacciaro: nella seconda invece andremo a San Bevignate, a Perugia, capitale italiana dei templari, per verificare i simboli emersi dal nostro territorio. Infine, a Magione, nei possedimenti dei Cavalieri di Malta, l'ordine che dopo il massacro dei templari ne prese l'eredità fisica e bibliografica. Buona lettura. Redazione dell'Eco di Nicola Bossi COSTACCIARO ‑ Negli infiniti documenti redatti e conservati con cura dai Cavalieri di Malta dal 1300 ad oggi si parla chiaramente di una presenza e di una influenza religiosa e culturale "templare" nei territori dell'Alta Flaminia e parte dell'Alto Chiascio. In particolare nelle terre di Sigillo e Fossato di Vico (presso la piccola frazione Collina) che erano unite alla casa madre dei Templari: il centro religioso di San Bevignate, sorto a Perugia a poche centinaia di metri dall'attuale Policlinico di Monteluce. Le notizie storiche riportate in questi anni sulle pubblicazioni storiche e sui giornali locali attribuiscono a Sigillo e Fossato, in fatto di Templari, il duplice ruolo di "granaio" del corpo dei monaci-armati e di terre adatte a riposo dello spirito dopo le fatiche delle crociate. Tutto qua.. La "rivoluzione" dei monaci‑guerrieri di Costacciaro Ma il terremoto del 1997 e la cultura di un parroco dotato di grande sensibilità, Don Nando, proprio in questi mesi, stanno ampliando una verità storica sorprendente. Due le teorie formulate e già supportate da un'infinità di elementi storici, rinvenuti sotto l'intonaco della chiesa di San Francesco. La prima: i templari non si limitarono a "vivere" di passaggio tra San Bevignate-Sigillo-Fossato di Vico, ma furono presenti anche a Costacciario. Seconda teoria, quella più avvincente: la chiesa di San Francesco rappresentava una sorta di ambasciata, con tanto di centro reclutamento e di formazione, dei Templari. Un centro inferiore soltanto a quello di San Bevignate. Dalle teorie ai fatti "Il ricco simbolismo religioso e anche esoterico dei Templari ci consente, già da oggi dopo i ritrovamenti in San Francesco, di mettere fortemente in discussione la cronaca storica dei documenti dei Cavalieri di Malta, dove viene escluso il comune di Costacciario dalla mappa delle terre gestite o in qualche maniera solcate dai Templari". Don Nando, con i suoi occhiali scuri e la barba curata che fa molto "abate", nonostante il rispetto per la scienza ufficiale, quella dei dotti per stipendio, non ha dubbi: la chiesa di San Francesco era più di un semplice presidio dei Templari: ne era la sede ricca e ufficiale di un vasto territorio alpino. Teorie più volte esposte all'amico storico-giornalista-assessore Euro Puletti. Ma allora perché i Cavalieri di Malta - che presero in consegna tutti i possedimenti dei monaci-guerrieri dopo il loro sterminio - non riconoscono il presunto ruolo svolto da Costacciaro? Dagli elementi provati e provanti che possiamo ammirare all'interno della chiesa di San Francesco, la spiegazione può essere solo una e tra l'altro è alla base del mistero: i Cavalieri di Malta non avrebbero potuto conoscere la vera storia della chiesa di San Francesco e dei suoi terreni dato che non furono a loro assegnati, ma al crescente movimento dei francescani. Che fecero di tutto, tra l'altro, per nascondere la vera radice di questa chiesa. Ecco, dunque, il mistero ricomporsi all'incontrario. "Fino al terremoto del 1997 e i conseguenti lavori di recupero - ha spiegato Don Nando - gli storici erano convinti che questa chiesa fosse stata da sempre nelle mani dei francescani. Ma ora le cose sono delle croci patenti, delle rosette a sei petali e le iscrizioni esoteriche in codice che emergono, ora sottili ora graffite con forza, sugli affreschi e sulle mura storiche della chiesa, parlano chiaramente di un'altra storia". Non sono chiacchiere, ma simboli templari ben precisi come testimoniamo con le foto scattate (da Stefano Giombini) a Costacciaro. Sui muri interni, ai due lati dell'ingresso alla chiesa, sono stati scoperti due affreschi sconosciuti, dove si intravede la sagoma accennata a carbone di croci templari e il volto di un monaco guerriero con tanto di maglia in ferro a proteggere testa e collo (stessi simboli riscontrati a San Bevignate). Sul muro di sinistra, per chi entra, la Croce occupa tutto l'affresco ed è davvero misteriosa. Perché le quattro estremità sono state disegnate a forma di tromba e soltanto una delle bocche è collegata ad un pallido triangolo (Dio che emana la verità ai quattro angoli del mondo?). Poi ci sono un infinità di simboli templari anche su una acquasantiera medievale che fu murata all'interno di un locale, e su altri affreschi grattati dai muri dell'antico chiostro. E proprio dal chiostro arriva la prova-provante del fatto che San Francesco in principio fu templare: una meravigliosa croce templare, graffita, è stata immessa sulle mura originarie del chiostro (eretto forse prima del 1200). Il duplice mistero Che San Francesco possa essere stato non solo un piccolo presidio dei Templari, ma una ricca ambasciata con tanto di centro culturale e reclutamento, sembrano dimostrarlo due strane coincidenze. La prima riguarda alcune fonti storiche e alcune date: la chiesa venne consacrata nel 1315 a San Francesco da ben sette vescovi. Una formula inusuale e solenne che sta a dimostrare la volontà della Chiesa di riappropriarsi del bene una volta per tutte. Quasi un nuovo battesimo, magari effettuato per lavare le vergogne eretiche dei templari. Comunque sia, sta di fatto che un trattamento così è stato riservato solo a questa chiesa. Eppoi: la consacrazione solenne avvenne guarda caso lo stesso mese, ma un anno dopo, della morte sul rogo dell'ultimo maestro dei Templari. Seconda coincidenza: dai lavori post sisma è emerso un affresco molto antico di cui una parte fu volutamente occultata, con tanto di sigilli ufficiali. Un affresco, molto rovinato, ma che mostra nella parte censurata una sorta di abate in abito bianco, assiso sul trono, che impartisce una benedizione e con la mano destra invece tiene un bastone. Una figura che sta a dimostrare sia che la chiesa di San Francesco non nasce con i francescani - che mai e poi mai avrebbero ritratto un monaco - e che quell'abate forse era figura scomoda, tanto da essere occultato. Magari, uno, in odore di eresi. Don Nando avanza un nome: Gioacchino da Fiore, l'interpretazione dei suoi iscritti venne considerata eretica. Continua nel prossimo numero |
|