"Buca Futura": l'ultima frontiera dell'esplorazione speleologica al Monte Cucco |
L’ultima frontiera dell’esplorazione speleologica al Monte Cucco è rappresentata dalla recente riscoperta, disostruzione ed esplorazione di Buca Futura. Individuata, nel 1987, da Euro Puletti di Villa Col de’ Canali di Costacciaro, soltanto nel giugno del 2006, lo stesso Euro Puletti, suo nipote Mirko, Vittorio Carini di Gualdo Tadino, sua moglie Franca Ruzziconi ed i loro tre giovanissimi figli Lucia, Elettra, e Renato iniziavano la paziente opera di disostruzione del suo defilato ingresso. Circa un mese dopo, con l’aiuto di giovani ma esperti speleologi, Maria Laura Bartoletti, Luca e Francesco Poderini, Mirko Puletti, Matteo Savini, Mirko Berardi, Matteo Natalini, Frank Migliorati, Carlo Facchini, Roberto Silvestrini e Federico Caldera, membri del Cens di Costacciaro, si è finalmente riusciti ad aprire un varco “a misura d’uomo” ed a penetrare, decisamente, nella nuova cavità. Superato un modesto cunicolo d’un paio di metri di lunghezza, allora, i citati speleologi si sono trovati, così, immediatamente in presenza di un bell’ambiente ipogeo, prontamente battezzato col nome di “Sala Chiara”. Quest’ultima, approfondentesi verso il basso con tre pozzetti, tutti, sfortunatamente, di dimensioni troppo esigue, od occlusi al fondo, per essere compiutamente esplorati, si è rivelata subito ricca di popolamento animale. Fra le specie zoologiche di rilievo, osservate in varie parti della cavità ipogea, vanno citate quelle dei pipistrelli, per i mammiferi, dei geotritoni, per gli anfibi, e dei tricotteri, per gli insetti. Molte, altresì, le ossa di animali, rimaste intrappolate nella grotta, che ha rappresentato, per esse, un vero e proprio archivio del passato. In questo primo settore, il vacuo ipogeo si spinge essenzialmente verso l’alto, e da ovest ad est, in parte quasi colmato da una cospicua conoide di fango e terra, restringendosi, poi, in forma di bassa galleria, qua e là alternata a graziose salette, anche concrezionate, per circa cinquanta metri complessivi di sviluppo. La via giusta per proseguire è stata ben presto localizzata e subitamente battezzata “Galleria dei Cristalli”, a causa del gesso cristallino ivi presente, ma essa era, inizialmente, tanto e così esigua, anche per il più magro fra noi, che fu giocoforza scavare nel durissimo gesso. Oltre a “La Galleria dei Cristalli”, armando un bel pozzo, si sono, quindi, scoperti altri salti verticali e gallerie labirintiche, sovrapponentisi, nonché una sala alta ed ampia (denominata “Sala dell’Acqua Ghiacciata”, e misurante circa 30 m di lunghezza per 5 di altezza). I pozzi, il primo dei quali profondo ben 24 m, risultano parzialmente attappati, ma, ovunque, c’è ancora moltissimo da vedere e da esplorare! È stata rilevata, ad esempio, una zona molto ben concrezionata ed un’altra con visibile scorrimento d’acqua in regime di piena del fosso soprastante, che, verosimilmente, vi penetra, o percola, dentro, generando spessi accumuli di terra e fango. Successivamente, si sono scoperti ed esplorati altri 50 m di galleria, in forte salita, nel ramo più alto della cavità carsica, galleria ascendente, a tratti anche ampia, che terminava, fino a qualche tempo fa, a 1.320 m ca. di quota s.l.m. In quest’ultima prospezione, sono stati altresì rinvenuti nuovi depositi di gesso, un’altra saletta ed una condotta, letteralmente crivellata dall’erosione carsica, tanto da essere stata battezzata “Galleria Groviera”. Nella successiva esplorazione sono stati, quindi, scoperti ed esplorati altri centocinquanta metri di comoda galleria, leggermente in salita, con, al termine (a ben 1.370 m ca. di quota s.l.m.), un bellissimo ambiente ipogeico, battezzato “Sala degli Specchi”, parzialmente riempito di gesso, con possibilità evidenti di proseguire verso l’alto e di fuoriuscire (dopo breve scavo) alla superficie esterna del Monte (attraverso pozzetti occlusi da terra e detriti), e ben tre volte più grande dell’iniziale “Sala Chiara”. Sempre più forte è divenuto, così, l’interesse scientifico di Buca Futura, poiché, in essa, il gesso è stato trovato alla massima quota finora conosciuta in una grotta del Monte Cucco (la più bassa è, invece, quella della Galleria dei Barbari, dove si rinvennero, a suo tempo, grandissimi blocchi di tale minerale). Ultima scoperta effettuata, in ordine di tempo, nella cavità, è stata quella di un ramo parallelo discendente, compreso tra la parte bassa e quella alta di Buca Futura, ramo che, sviluppantesi in uno stretto pozzo/scivolo terrazzato, ed arrampicabile, di circa 30/40 metri di profondità, conduce ad una più ampia zona nuova, idricamente attiva. Tale pozzo/scivolo, per la sua particolare morfologia, costituita da due pozzetti paralleli a vista (forse destinati a fondersi in uno solo fra qualche millennio), la ristrettezza dimensionale e la forte pendenza, rende davvero dura la progressione, specie durante il ritorno, che si deve fare, in salita, su rocce sempre bagnate e fangose. Tutto questo nuovo diverticolo termina, per ora, su di un sifone di fango. In tale ramo basso, singolarmente denominato, dalla famiglia Carini, “Binario nove e trequarti”, di circa 200 m complessivi di sviluppo, è notevole la presenza di chirotteri e, discreta, la circolazione d’aria. È tutto il cosiddetto ramo alto della grotta a presentarsi, in ogni caso, come attivo, poiché, in pari tempo, anche la cosiddetta “Sala dell’Acqua Ghiacciata” è stata ritrovata quasi completamente allagata. L’ultima scoperta in ordine di tempo (23 novembre 2006), consistente in 200 m di nuove prosecuzioni, permette di bypassare più agevolmente, attraverso alcune gallerie parallele, le severe strettoie della parte più alta e nuova della cavità, gallerie che sfociano nella cosiddetta “Sala degli Specchi”. Qui, risalito un camino, si sono scoperte, inoltre, nuove gallerie e brevi salti discendenti che attendono, però, di essere ancora compiutamente esplorati. Numerosi aspetti di questa grotta (come la natura di certi cristalli e la presenza di particolari resti ossei d’antichi animali), appaiono d’estremo interesse scientifico e restano ancora tutti da interpretare e da approfondire. Per ora, si sono toccati gli oltre 1.200 m di sviluppo, ed i 100 di dislivello positivo, ma la Grotta non è certo, ancora, finita. In ogni caso, anche se restasse di queste proporzioni, la cavità si attesterebbe, quanto ad estensione planimetrica, al quarto, prestigioso posto fra tutte le grotte umbre finora conosciute. Quanto ai prossimi sviluppi di tale grotta si ipotizza, ad esempio, una futura, probabile giunzione con i vicini sistemi carsici della Grotta di Monte Cucco e della Buca di Faggeto Tondo. L’esistenza di significative corrispondenze tra i sedimenti depositatisi, nei millenni, in Buca Futura e quelli presenti nella Grotta di Monte Cucco spinge ad avanzare stimolanti teorie speleogenetiche. Questa “buga”, ultima apparsa fra le creazioni carsiche del Cucco si è, infatti, comportata alla stregua d’una vera e propria “trappola cronologica”, nella quale si sono incontrati, ed incrociati, gli eventi tettonici e carsici (sia ipogenici che epigenici), verificatisi e manifestatisi, all’interno di tale straordinaria area carsica, negli ultimi milioni di anni. Il rilievo topografico della cavità è stato quasi completato, anche con la realizzazione di un servizio fotografico completo, il giorno di domenica 26 novembre 2006.
Euro Puletti |