GROTTA DI MONTE CUCCO: RIAPERTO L'ACCESSO DI COSTACCIARO |
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Con il parere favorevole della Conferenza di Servizi per l’esame del progetto preliminare per la valorizzazione della Grotta di Monte Cucco, il CENS di Costacciaro e la Comunità Montana Alto Chiascio sono intervenuti sul versante settentrionale della montagna, quello che guarda verso Pian delle Macinare, rimuovendo i detriti che ostruivano il collegamento fra l’esterno e la Sala Terminale della Grotta. Ora con otto metri di agevole galleria inclinata si può accedere in quei luoghi sotterranei che prima richiedevano la discesa di pozzi profondi e ore di marcia. Con questo nuovo accesso naturale tutto è cambiato e si può raggiungere con estrema facilità il cuore del sistema sotterraneo e le sale più belle e spettacolari. E’ questo il primo passo verso la concreta valorizzazione di uno dei fenomeni naturali più straordinari dell’Appennino intero, con tutte le ricadute educative, didattiche e turistiche che è facile immaginare e che daranno un nuovo e straordinario impulso al Parco del Monte Cucco. I lavori di disostruzione sono iniziati nel mese di agosto e sono proseguiti fino al 19 ottobre, quando alle ore 13.15 è stato rimosso l’ultimo diaframma di sassi e argilla. Sotto è subito apparsa la grande bocca della condotta inclinata che scende per otto metri fino a raggiungere la già notissima Sala Terminale della Grotta di Monte Cucco. La scoperta di questo nuovo ingresso è il frutto dell’impegno degli speleologi del CENS, che in vari anni hanno eseguito rilevamenti topografici, sondaggi geoelettrici, analisi morfologiche e speleogenetiche, rilevamenti e indagini che hanno portato ad individuare con estrema esattezza la posizione dell’accesso di Costacciaro. Ai fini della realizzazione del progetto di valorizzazione della Grotta, nella stessa è in funzione dall’ottobre del 2001 una complessa rete di monitoraggio ambientale che registra dati sulla temperatura, umidità, pressione atmosferica, concentrazione di anidride carbonica, direzione e intensità delle correnti d’aria. Sono attualmente in opera 19 stazioni automatiche che coprono i settori principali e più caratterizzanti del sistema sotterraneo. Il progetto di monitoraggio è stato elaborato dall’Università di Urbino, che lo ha messo in opera e lo gestisce insieme al CENS di Costacciaro. Durante la disostruzione del nuovo accesso è stato sempre presente un incaricato della Soprintendenza per i Beni Archeologici dell’Umbria e lo scavo è stato eseguito con criteri propri della ricerca stratigrafica, su trincea, per poter dare una collocazione temporale agli eventuali reperti rinvenuti. Purtroppo il detrito è risultato totalmente sterile.
IL SINDACO (Prof. Giuseppe Morelli) |