I Templari a Costacciaro e Monte Cucco

Commento sugli scritti di Euro Puletti appassionato e prestigioso ricercatore del mondo misterioso dei Templari

Dal mensile GOODMORNING Umbria anno II numero 1 - febbraio 2005

Seconda parte, dopo una prima pubblicazione sul numero di dicembre 2004

MEDIOEVO  di Gianfranco Pirodda

    

Riprendiamo il commento con una serie di osservazioni sull' insediamento templare nella zona di Monte Cucco e Costacciaro utilizzando i testi di Euro Puletti, appassionato ricercatore del mondo misterioso dei templari. Euro Puletti scrive: tra V e VI secolo, infatti, dalla Sardegna (forse dall'antico centro fenicio-punico e poi romano di Sulci, l'attuale Sant'Antioco, dove ci sono memorie del passaggio dei primi testimoni della nuova Fede) furono traslate a Gubbio le reliquie di alcuni santi martiri di Numidia,: quelle di Mariano (lettore) e Giacomo (diacono), che furono portate nella cattedrale, di cui divennero titolari; quelle di Emiliano, soldato martire e di una santa donna con due figli gemelli, martiri anch'essi, furono traslate in località Congiuntoli, dove, poi, forse su un preesistente luogo sacro pagano (il paganesimo considerò sempre le confluenze fluviali e torrentizie, così come il trivium stradale, anche esso presente in questo sito, luoghi sacri, perché fungenti da metafora oggettuale del concetto della "coincidentia oppositorum" la conciliazione delle manifestazioni e delle realtà antitetiche), fu edificato all'interno della diocesi di Nocera Umbra e nella parrocchia di Perticano l'eremo di cui parla Pier Damiani, e, in progresso di tempo, tra il principio del XIII e gli inizi del XIV secolo, l'attuale chiesa e complesso abbaziale. Solo la ricchezza di un Ordine Religioso Cavalleresco come quello dei Templari, che, lo ripeto, aveva una precettoria proprio nella vicinissima Perticano, poteva far fronte alle ingenti spese derivanti dalla costruzione del cenobio, e, soprattutto, della magnificente chiesa dagli altissimi archi a tutto sesto di stile romanico-gotico. Le linee sobrie ed essenziali di tale tempio cristiano, poi, ben si attagliano allo stile spoglio e purissimo che caratterizzò l'architettura sacra prediletta dai Templari, con 1'angolo retto come elemento costruttivo di base, che unicamente ingentilivano taluni fregi scultorei in corrispondenza di finestre e capitelli. Una croce greca, cui s'è poco sopra accennato, datata 1286, è murata sopra l'arco sestiacuto della finestra della navata laterale della chiesa, che guarda verso il retrospetto del medesimo edificio. Non appare per nulla casuale il fatto che l'ambiziosissimo progetto della chiesa rimanesse incompiuto per probabile, improvvisa mancanza di mezzi finanziari, proprio al tempo della soppressione dell'Ordine dei Cavalieri del Tempio di Gerusalemme, decretata nell'anno 1312. Venuti a mancare i denari dei Templari, ma, probabilmente, anche la volontà (da parte dei loro acerrimi detrattori ed avversari) di portare avanti il progetto (dall'Ordine religioso-cavalleresco elaborato e già parzialmente realizzato), la chiesa abbaziale dovette essere lasciata mutila e incompiuta. L'ipotesi secondo cui la chiesa e l'abbazia di Sant'Emiliano furono erette e "gestite" dai Templari potrebbe chiarire anche la ragione della scarsità dei suoi documenti, che, come tutto ciò che riguardava i Templari (epigrafi, croci, monete, pergamene, precettorie, domus, magioni e quant'altro) dovettero andare incontro alla distruzione fisica e ad una sorta di "damnatio memoriae" di romana memoria. L'Abbazia, sorgendo su di una posizione davvero strategica, fu fortificata tra i secoli XIV e XV, con il nuovo nome di Palatium Sancti Miliani o Castri Sancti Miliani. In Sardegna numerose sono le chiese dedicate a Sant'Emiliano o a San Gemiliano o San Mamiliano. Tra queste spesso si fa una gran confusione. Tutti questi santi spesso sono denominati nella parlata locale Santu Millanu, più o meno come il Palatium Sancti Milani che abbiamo appena citato. Ma, mentre Sant'Emiliano ha una storia diversa, San Mamiliano era ricordato come santo che aveva creato la comunità monastica di Montecristo, che aveva delle dipendenze in Corsica e in Sardegna, dedicate a Santu millanu, a S. Gregorio, a Sant'Elia ed ad altri santi diversi. Abbiamo trovato che alcune chiese di Santu Millanu in Sardegna ricadono in zone di influenza o di presenza dei Templari, (come Santu Millanu in Sestu, San Gemiliano presso Cagliari). Sarebbe successo che Montecristo, abitato da frati ribelli al Pontefice, sarebbe stato assegnato dal papa ai Camaldolesi, poi ai Cistercensi ed infine ai Templari, nella ricerca di un loro controllo adeguato. Questa serie di cambiamenti si può notare in alcuni documenti, segnalati da Bianca Capone, relativi alla famosa Abbazia del Ponte presso Vulci, dove appunto il castello viene occupato in successione dai tre ordini (benedettini, cistercensi, e Templari). E per il terzo ordine un documento pubblicato da Fulvio Bramato ci indica come castellano del Castello dell'Abbazia del Ponte un Templare, un certo frate Paolo. Tutto ciò non può che confermare ciò che ha scritto Euro Puletti per l'abbazia o Palatium Sancti Miliani del Monte Cucco.