Scoperta la "Buca Futura" sul Monte Cucco

La nuova cavità carsica è ora pronta a svelare i suoi molteplici segreti, custoditi gelosamente per millenni

 

Giovedì 27 luglio scorso, Euro e Mirko Puletti, Vittorio, Franca, Elettra e Renato Carini, assieme a Luca Poderini e Matteo Savini, membri attivi, ed elementi di punta, del gruppo d’esplorazione e ricerca del Centro Escursionistico Naturalistico Speleologico di Costacciaro (Cens), dopo alcune giornate di scavo, che hanno consentito l’ampliamento dell’ingresso, ormai ostruito da secoli,  d’una grotta già precedentemente localizzata, sono riusciti a penetrare, con gridi di esultanza, in una nuova cavità carsica naturale del Monte Cucco. Superato un modesto cunicolo d’un paio di metri di lunghezza, infatti, i citati speleologi si sono trovati immediatamente in presenza di un bell’ambiente ipogeo, prontamente battezzato col nome di “Sala Chiara”. Quest’ultima, si è rivelata subito ricca di popolamento animale. Fra le specie zoologiche di rilievo vanno citate quelle dei geotritoni, per gli anfibi, e dei tricotteri, per gli insetti. Molte, altresì, le ossa di animali, rimaste intrappolate nella grotta, che ha rappresentato per esse, un vero e proprio archivio del passato. Nessuna traccia sicura, invece, della trascorsa presenza umana nella cavità, sebbene la grotta abbia restituito, in superficie, uno strano arnese in ferro sagomato, che verrà presto portato in visione ad esperti della Soprintendenza archeologica per l’Umbria. È, però, assai probabile che tale “utensile”, rinvenuto nel mezzo di una colata di fango, sia stato fluitato all’interno, attraverso il tempo, dalle acque meteoriche ruscellanti. Il vuoto ipogeo si spinge essenzialmente verso l’alto, e da ovest ad est, in parte riempito da una cospicua conoide di fango e terra, restringendosi in forma di bassa galleria, qua e là alternata a graziose salette, anche concrezionate, per circa cinquanta metri. Domenica 30 luglio u.s. sono, frattanto, proseguite le prospezioni interne, cui hanno fornito il loro basilare contributo anche altri giovani, e valenti, speleologi del Cens, fra i quali Francesco Poderini, Frank Migliorati e Federico Caldera. Ultima, in ordine di tempo, l’esplorazione di mercoledì pomeriggio 9 agosto u.s., cui hanno partecipato ben dodici persone, fra cui quattro, cioè un terzo, dato molto positivo, al di sotto dei diciotto anni. Mentre Luca Poderini e Matteo Savini erano intenti a scavare, assai faticosamente, nella cosiddetta “Galleria dei Cristalli” o “del Gesso”, Vittorio Carini apriva una nuova via, scoprendo ben venti nuovi metri di bella galleria circolare ad altezza d’uomo, con, al fondo, un restringimento, che resta in attesa di essere liberato dai riempimenti. In questa prima e preliminare fase di esplorazioni, la cavità rilevata è risultata misurare, complessivamente, intorno ai 20 metri di altezza, per uno sviluppo spaziale, stimato nell’ordine degli oltre 170 metri. Mai, prima d’ora, in quest’area speleologicamente defilata, e, diciamo così, “vergine”, del Cucco, era stata rinvenuta una grotta di tale ampiezza e complessità. Il prossimo obiettivo dell’indagine speleologica riguarderà, essenzialmente, l’ampliamento di una condotta, ultimamente scoperta da Vittorio Carini, e percorsa da un’avvertibile corrente d’aria. Tale esiguo passaggio si amplia, dopo alcuni metri, in una relativamente più vasta condotta in salita, dirigentesi verso oriente, e parzialmente riempita di gesso e cristalli, probabilmente appartenenti al medesimo minerale, o alla barite. La grotta si apre, come, d’altronde, molte altre del Cucco, a circa 1.300 m s.l.m., in una strategica posizione tettonica, prossima ad una faglia, ed al contatto tra due formazioni geologiche. Siccome lo sviluppo della cavità avviene a pochi metri di profondità al di sotto del pendio roccioso, da piccolissime tane, quasi invisibili dalla superficie, a causa della vegetazione e delle pietre, entrano facilmente in grotta piccoli mustelidi, come donnole, puzzole e faine, di cui si ritrovano all’interno molti escrementi. Il misterioso ingresso di “Buca Futura”, situantesi lungo uno fra i più ripidi, e petrosi, versanti del Monte Cucco, era già stato, invero, localizzato da Euro Puletti di Villa Col de’ Canali, nei primi anni Novanta del secolo scorso. L’accesso al vacuo carsico era, però, come detto, massicciamente occluso da riempimenti naturali ed il suo sondaggio è stato, perciò, forzatamente procrastinato per anni. La “frizzante arietta” interna, tuttavia, che continuava, “imperterrita”, a filtrare dalle fessure beanti, un’aria che, soffiante a circa 7° C, contrastava talmente con quella della calda atmosfera estiva esterna, aggirantesi attorno ai 30° C, ha ridato “ossigeno”, speranza e morale ai suddetti speleologi, che ne hanno, così, voluto, e saputo, forzare caparbiamente l’ingresso, carpendo, al naturale ipogeo, parte dei suoi misteri, custoditi gelosamente, per millenni, dalla ristrettezza dimensionale e dalle tenebre eterne, che vi regnavano, e vi regnano, tuttora, incontrastate.

Euro Puletti