A Costacciaro il
"Miserere" lo cantano rigorosamente solo le donne
Annalisa Paffi
COSTACCIARO
- L'ambiente sonoro nel quale ci si immerge - suoni di catene trascinate da
penitenti incappucciati, crepitio delle "battistrangole" e soprattutto
canto del Miserere e dello Stabat mater - riporta indietro nel tempo almeno
di quattro secoli. E' la devozione che uomini e donne mettono in campo
durante la settimana Santa per celebrare i riti e la liturgia,
immutata nel tempo nei modi e soprattutto nei soggetti che la esprimono. E
in Alto Chiascio le processioni accompagnate dai canti del Miserere che si
svolgono sempre il venerdì santo a Gubbio, come a Torre dei Calzolai Alta, a
Costacciaro, e a Sigillo presentano caratteri simili eppure differenziati in
ogni zona. Se a Gubbio sono i due gruppi legati alla Confraternita di Santa
Croce della Foce a intonare le struggenti note del miserere, il gruppo del
Cristo e il gruppo della Addolorata rigorosamente tutti uomini a
Costacciaro le depositarie del canto del salmo antico sono invece tutte
donne. E questo accade da pochissimi anni, due addirittura quando ci si è
accorti che la tradizione del Miserere stava per scomparire, a causa
dell'abbandono da parte degli uomini. Allora 20 donne hanno deciso di
riunirsi di formare un coro e di cantare il Miserere. L'età va dai 30 a i 60
anni ma ci sono anche giovanissime. Tutte le sere nella casa parrocchiale a
Costacciaro si riuniscono , provano e si impegnano ad assimilare i termini
latini e le sonorità del canto Cadenzati e ritmati secondo leggi non scritte
che si tramandano oralmente, verrebbe da dire di madre in figlia. |