Periodico mensile gratuito

anno 1, numero 14/2010 (giovedì 16 dicembre 2010)

 

Tradizioni e magie natalizie del territorio eugubino-gualdese

Quando alla natura si chiedeva protezione e prosperità con i riti delle Feste

 

di Euro Puletti

Un tempo, in parte, almeno, dell'Eugubino, era credenza comune che fosse "il Bambino", cioè il Bambin Gesù, a portare i doni ai bimbi e non già, come oggi essenzialmente accade, Babbo Natale. Classica, infatti, era la seguente domanda, rivolta ai bimbi: "Che t'ha portato, 'st'anno, 'l Bambino?'. C'era, tuttavia, sia a Gubbio sia a Gualdo Tadino, anche San Nicolò, cioè San Nicola di Bari, che la Chiesa festeggia il 6 Dicembre, il quale vestito, a Gualdo, con la mitria e lunga barba, recava i doni ai più piccoli. Più d'una sono (o sono state), nell'Eugubino-Gualdese, le chiese dedicate a San Nicola di Bari che, col tempo, si trasformò, prima in Santa Klaus (latino Nicolaus > Nicklaus > inglese Klaus) e, poi, da noi, in Babbo Natale. La notte di Natale, sul focolare del camino, si poneva, puntualmente, il cosiddetto "Ciòcco del Bambìno", o "Ciòcco de Natale", un grande ceppo di Quercia, Cerro o Càrpino, che, messo ad ardere nel camino, durante le feste natalizie, vi veniva tenuto per ben otto giorni consecutivi. Si credeva, inoltre, che frammenti incombusti del Ciocco de Natale, se fatti girare in circolo sull'aia delle case contadine, producendo strepito, avessero il potere di tenere lontane le folgori dei temporali. Durante la Notte Santa, le bestie domestiche, specie il bue e l'asinello, dovevano essere foraggiate ben più lautamente che non negli altri giorni. La sacralità del ginepro, unita alla sua facile reperibilità, faceva sì che esso fosse impiegato anche per fare l'albero di Natale. Tale sacralità locale era legata al fatto che il ginepro è l'unica conifera spontanea della nostra area. Il ginepro è, inoltre, un sempreverde "che fa l'incenso", vale a dire che produce resina ed è fornito di foglie aghiformi, le quali, dal punto di vista simbolico, si apparentano alle spine di rose e pruni, condividendone le medesime valenze apotropaiche, vale a dire allontanatrici del male. In area gualdese, sono documentati, inoltre, bastoni "serpentari", fatti con un ramo di ginepro completamente scortecciato, i quali debbono mutuare, dal legno stesso di cui sono fatti, i loro pretesi poteri apotropaici ed "antimagìa". Oltre al ginepro, anche altre piante venivano considerate come scaramantiche e benaugurali per il periodo natalizio e di fine ed inizio d'anno. Fra queste, senz'altro Il "Legno stregóne", o, a Pascelupo, "Squartabràche", il "Piccasórci", o "Pugnitòpo", vale a dire il Pungitopo ed il Vischio, sia quello giallo della Quercia sia l'altro, bianco, del Melo.