I naufraghi dell’“Imperatrice d’Irlanda” "Novant'anni fa un'immane tragedia del mare coinvolse emigranti umbri, marchigiani e lombardi"
di Euro Puletti
Il 28 maggio 1914, uno “steamer”, cioè un
piroscafo inglese, che si chiamava RMS (‘Royal Mail Steamer’), “Empress of Ireland” (‘Imperatrice d’Irlanda’), Insieme al citato Bucciarelli, avrebbe dovuto imbarcarsi, sull’“Empress of Ireland”, anche Ubaldo Minenza di Sigillo (PG), il quale, tuttavia, per sua fortuna, trovò i biglietti già completamente esauriti. 465 sopravvissuti al naufragio fluttuano, così, per lungo tempo, nelle gelide acque del Fiume San Lorenzo, prima di essere tratti in salvo: almeno sette di loro sono italiani, tre, o quattro, della provincia milanese, due umbri ed un marchigiano. Questa, in sintesi, la dinamica di quello che taluni considerano come il secondo, o terzo, disastro marittimo civile di tutti i tempi, inferiore solo, ma di poco, a quello del Titanic. Fra gli Italiani, scampati alla morte, vi furono, almeno: Domenico Pierpaoli di Cave di Sassoferrato (AN), Emilio, Egildo e Carolina Braga di Turbigo di Milano, e Giuseppina (o “Josephine”) Braga, anch’ella, pare, di Turbigo, o d’un altro centro della provincia di Milano, Lupini Nazzareno (di Emiliano), 21enne di Ràncana di Costacciaro, e Paolo Morelli (detto “Paolino”, figlio di Giovanni), 29enne di Villa Col de’ Canali di Costacciaro. In riferimento ai due ultimi naufraghi citati, lo studioso canadese Mister Geoff Whitfield, attestandone la puntuale registrazione nelle liste ufficiali dei sopravvissuti al disastro marino in narrativa, scrive: “The official CPR listings mention that both of these men were indeed on the last voyage of the Empress of Ireland. Both were rescued and travelling from Duluth to Turin. They sailed later on the “Corsican” on 31st May 1914”. Di Paolo Morelli si conserva, inoltre, una foto, spedita da Hibbing, o da Eveleth, nello Stato americano del Minnesota. Il fatto è molto importante, poiché ci testimonia la circostanza secondo la quale Morelli, come sicuramente altri minatori italiani, pervennero forse in Canada, essendosi, prima, lungamente soffermati a lavorare nelle miniere di ferro (o, in seconda ipotesi, di carbone) dello Stato del Minnesota. Tutti gli emigranti in narrativa approdarono ad Ellis Island (New York) tra il 1899 ed il 1913, come è puntualmente registrato dal sito www.ellisisland.org, dal quale si riportano alcune estrapolazioni. Si avverte, però, come vi siano forti incongruenze fra le date di nascita di alcuni emigranti, registrate nelle liste degli immigrati ad Ellis Island, e quelle, ben più attendibili, desunte dagli uffici dell’anagrafe dei diversi comuni italiani di provenienza. Di ritorno dal Canada, o dal Minnesota, dove erano andati a cercare lavoro in qualità di minatori, chi, come Nazzareno Lupini, per trasferire definitivamente la famiglia in quegli Stati del Nord America, dove avevano trovato una buona occupazione, chi, forse, per la chiamata alle armi (si rammenti che s’era nell’immediata vigilia della Prima Guerra Mondiale, e, l’Italia, di lì a meno d’un anno, sarebbe entrata in guerra), tali naufraghi dovettero essere ricuperati, dopo ben 24 (o 48) ore passate “in balìa delle onde”. Dalle liste ufficiali dei naufraghi, morti e sopravvissuti, risulta, infatti, che, dal 29 di maggio, notte del naufragio, i sopravvissuti furono tratti in salvo soltanto il giorno 31 dello stesso mese. Queste notizie ufficiali concordano perfettamente con le testimonianze orali, rilasciate dai parenti della più parte dei naufraghi italiani. Uno, o due, dei sette italiani citati dovettero restare, per circa due ore, lunghi distesi sopra una porta di legno del piroscafo, usata come rudimentale zattera. La lista ufficiale dei sopravvissuti al disastro del mare (desunta dagli Archivi Nazionali del Canada) menziona il fatto che sette degli Italiani citati facevano effettivamente parte dei passeggeri dell’ultima “crociera” dell’“Empress of Ireland”. Sei di loro, sempre stando a questa lista, che non menziona Emilio Braga, forse confondendolo, e “facendone una sola persona” con Egildo, furono tratti miracolosamente in salvo. Alcuni di essi, però, dopo essere stati strappati alla morte con le scialuppe di salvataggio, furono separati ed alloggiati in luoghi diversi, cosicché, ad esempio, come si apprende dalla nipote paterna, Rosella Braga, e da sua madre, i due coniugi Egildo e Carolina Braga (i quali, sposatisi negli Stati Uniti il 3 giugno 1911, persero, nel naufragio, il loro figlioletto primogenito Rino, sommerso da un’improvvisa ondata, che lo strappò alle mani del disperato padre), poterono riabbracciarsi, sempre in America, soltanto dopo un mese di doloroso distacco. I coniugi, però, ebbero almeno la fortuna di fare insieme il viaggio di ritorno in Italia.
Turbigo, ed essi la vollero chiamare Rina, in ricordo del figlio annegato, ma, purtroppo, morì anch’ella, giovanissima, il 25 novembre 1917, per malattia. La seconda femmina, nata a Turbigo il 17 febbraio 1920, ed ancora vivente, la chiamarono Enrichetta, mentre il secondo maschio (padre della signora Rosella Braga), nato a Turbigo il 5 ottobre 1924, e deceduto, sempre a Turbigo, il 1° febbraio 2001, fu battezzato con il nome di Mario. Il 15 luglio 1930, ai Braga nacque la terza femmina, anch’ella chiamata Rina, ma pure lei morì, per malattia, il 26 giugno 1931. Nel 1961, Egildo e Carolina Braga festeggiarono l’anniversario del loro cinquantesimo di matrimonio. Nonostante la gioia dell’evento, Egildo Braga soffrì tremendamente, specie in quella circostanza, della perdita del figlio nel naufragio, una disgrazia, che, pur essendone egli del tutto incolpevole, non riuscì mai e poi mai a perdonarsi. Una volta tratti in salvo, tali sopravvissuti (forse ad esclusione di Carolina e Giuseppina Braga) vennero prontamente inviati, da Duluth, nel Minnesota, dove risulta avessero fatto i biglietti (“Ticket issued at”), a Milano e Torino. Essi, infatti, imbarcati a bordo del “Corsican”, salparono (“Sailed”) il giorno 31 di maggio del 1914. La lista ufficiale, riportando, spesso, in maniera errata, i loro nomi, li registra come Braga, Egildo (rescued = ‘salvato’), Braga, Mrs. Carolina (rescued), Braga, Miss Josephine (rescued), Lupine, Nazzareno (rescued), Morrelli, Paolo (rescued), Pierpoli, Domenico (rescued). Gli scarni dati d’archivio qui riportati, sugli Italiani scampati all’inabissamento dell’“Imperatrice d’Irlanda” si possono validamente integrare con un’annotazione, apposta sul “recto” d’una foto documentaria (o, forse, del ritaglio d’un giornale dell’epoca) di proprietà del signor Giovanni Morelli (nipote del citato naufrago Paolo Morelli), che raffigura e denomina (ma, talora, erroneamente) tutti e cinque i naufraghi italiani. La dicitura generale della foto, soprascritta a mano col pennino, recita testualmente: “Superstiti del piroscafo “Imperatrice d’Irlanda” naufragato il 29 maggio 1914”. Pierpaoli Domenico vi è registrato, in maniera erronea, come “Pier Paolo Domenico”. Curioso il nome del centro abitato di Villa Col de’ Canali, graficamente reso come “Villa Coldecanali”. Per quanto riguarda la foto documentaria (che ha profondamente emozionato la nipote paterna dei Braga, la signora Rosella, alla vista dei nonni), occorre dire che la persona indicata come Emilio Braga era, in realtà, il nonno paterno della suddetta Rosella Braga, vale a dire Egildo Braga. Tale interpretazione è stata perfettamente confermata dal confronto sinottico con le foto che la signora Rosella Braga mi ha gentilmente inviato.
Di Domenico Pierpaoli, invece, sbarcato a New York nel 1909, all’età di 32 anni (e, successivamente, seguito da due fratelli, Antonio ed Ugo, approdati ad Ellis Island nel 1913, rispettivamente a 28 e 24 anni d’età), due delle figlie, Eulalia ed Ines, mi hanno recentemente riferito come il padre fosse nato a Cave di Sassoferrato. Il Pierpaoli si sarebbe sottratto alla morte, insieme ad un compagno, solo grazie ad un salvagente, avvistato assai per tempo, e sarebbe restato, per ben ventiquattro ore, in acqua. Pierpaoli si ricordava delle centinaia di mani tese verso di lui, che tentavano, vanamente, d’aggrapparsi alla sua ciambella, e ad ogni cosa che riuscisse a galleggiare, mentre, mors tua vita mea, chi si era già assicurato a questi oggetti fluttuanti, faceva del tutto per far loro mollare la presa. Il Pierpaoli riferiva, inoltre, commosso, che, fra la miriade di naufraghi, la quale, vociante, lo attorniava, vi erano anche moltissimi bambini piangenti. Quest’uomo coraggioso, benché anch’egli allo stremo delle forze, si prodigò per portare soccorso. Il suo fisico riportò, però, danni permanenti dalla lunga esposizione alle gelide acque fluviali. “Mio padre, Domenico Pierpaoli -racconta la settantanovenne figlia Ines- era emigrato in America per cercare lavoro con un suo fratello. Il fratello del babbo restò là, mentre Domenico volle ritornare. Era stato costretto ad andare in America, perché in Italia c’era allora la miseria. Lui era nato a Cave di Sassoferrato, dove lavorava presso un mulino. Nella chiusa del mulino aveva imparato a nuotare, ma non avrebbe mai pensato, che, un giorno, questa cosa gli sarebbe tornata così utile. La nave era affondata di notte, e lui nuotò, ininterrottamente, per ventiquattro ore, finché, fattosi nuovamente giorno, fu recuperato da una scialuppa di salvataggio. “Piccato su ’sta barchetta”, ebbe salva la vita. Una mamma, con due figli piccoli, scongiurava gli occupanti della lancia di farla salire a bordo, ma la scialuppa era stracolma di persone, e, con uno solo di più, si sarebbe anch’essa inabissata. Mio padre, poco dopo recuperato, si sentì male, e rimase, come morto, per due intieri giorni, passati i quali, riprese lentamente vita. Da quel giorno in poi, tuttavia, soffrì sempre delle conseguenze del naufragio, sia per quanto riguarda la mente, sia per ciò che concerne il corpo. La tragedia lo segnò così profondamente, che, quasi ogni giorno, sentiva l’urgente, insopprimibile necessità di raccontare a tutti la sua disavventura finita bene. Narrava così spesso, e tanto insistentemente, tale storia, che, noi tutti, che eravamo ben undici figli, pur intuendo la sua angoscia, c’eravamo quasi stancati di starlo ad ascoltare. Ora, invece, ne comprendiamo appieno il dramma umano”. Alle figlie, il Pierpaoli riferì anche di essere stato a lavorare nello Stato americano della Pennsylvania. Un altro Sassoferratese, meno fortunato del Pierpaoli, fu Luciano Bellucci, il quale perse tragicamente la vita nel naufragio. Nelle liste ufficiali dei morti e sopravvissuti alla tragedia del mare, il Bellucci è erroneamente registrato come “Belluci, Luciani”. Dagli archivi informatici del sito Internet www.ellisisland.org, apprendiamo come Luciano Bellucci sbarcasse nel porto di New York nell’anno 1910, all’età di 29 anni. S’è di recente scoperto che, persino in Umbria, v’era chi approfittava del dramma dell’emigrazione transoceanica, “favorendo”, ma a caro prezzo, gli espatri illegali. Le leggi d’allora sull’immigrazione clandestina erano, però, ferree, quasi disumane: costringevano, infatti, molti poveri emigranti, già “venduti da mercanti d’uomini senza scrupoli”, all’espulsione ed al rimpatrio immediato. Dal resoconto di tale tragedia si scopre anche, come, per i viaggi transoceanici alla volta dell’America settentrionale, alcuni italiani avessero utilizzato, magari solo per il ritorno, la rotta Liverpool-Québec. Fino ad ora si sapeva, infatti, che gli emigranti italiani, diretti in America, preferivano (o dovevano) imbarcarsi in taluni porti francesi.
Nomi Biglietti fatti a Destinazione Note
Befara, Nazzarino Duluth, Minn. Milan Belluci, Danti Duluth, Minn. Turin Belluci, Luciani Duluth, Minn. Turin 31st May Bernosiss, Luigi Montreal Ascoli-Piceno Braga, Egildo (rescued) Duluth, Minn. Milan Sailed Corsican, 31 st May Braga, Mrs Carolina (rescued) " " " Braga, Miss Josephine (rescued) " " " Brendi, Nazzarino Duluth Turin Buccarelli, John Duluth Turin Dellimorti, Francesco Duluth, Minn. Turin Falni, David Duluth, Minn. Turin June Lupine, Nazzareno (rescued) Duluth, Minn. Turin Sailed Corsican, 31st May Marini, Guiseppe Duluth,Minn. Turin Minardo, Luigi Duluth,Minn. Turin Morrelli, Paolo (rescued) Duluth,Minn. Turin Sailed Corsican, 31st May Paccozzachi, Guiseppe Duluth, Minn. Turin Piermatter, Lorenzo Duluth, Minn. Turin Pierpoli, domenico (rescued) Duluth, Minn. Turin Sailed Corsican, 31st May Presointti, Waldo Duluth, Minn. Turin June Sagrafeno, Aurelio Duluth, Minn. Turin Tome, Luigi Duluth, Minn. Milan Ugolini, John Duluth, Minn. Turin Vagre, Adele Duluth, Minn. Milan Vagre, Ameriga " " Vagre, Amerigo " " Vagre, Angelo " " Vagre, Luigi " " Nella lista, sopra riportata, dei probabili scampati italiani all’affondamento dell’“Imperatrice d’Irlanda”, figurano taluni cognomi che sono assai diffusi nell’Umbria e, in specie, nel comune di Costacciaro. Navigando nel sito www.ellisisland.org, l’attento funzionario comunale, Signor Graziano Gambucci, ha scoperto che, fra gli emigrati italiani negli Stati Uniti, agli inizi del XX secolo (la quasi totalità degli emigrati italiani in U.S.A. è sbarcato ad Ellis Island per le formalità di rito), vi sono, ad esempio, stati Luciano Bellucci di Sassoferrato ed Aurelio Sagrafena di Costacciaro. È assai probabile che i nomi appena citati corrispondano a quelli degli annegati della citata lista, riportati come “Belluci, Luciani”, e “Sagrafeno, Aurelio”. Se queste ed altre corrispondenze venissero definitivamente confermate, il numero dei costacciaroli, coinvolti nella sciagura del mare, salirebbe a quattro, quello degli umbri a cinque (con Giuseppe Marini di Perugia, o provincia, uno dei tanti Giuseppe Marini che risultano), e quello dei marchigiani sassoferratesi a due.
Fonti orali essenzialmente consultate Rosella Braga, Turbigo (MI), nipote paterna di Egildo e Carolina Braga, Eulalia Pierpaoli (Roma), ed Ines Pierpaoli (Santo Stefano di Santa Maria dell’Aquila), figlie di Domenico Pierpaoli; Giovanni e Bruno Bucciarelli (di Costacciaro), nipoti paterni di Giovanni Bucciarelli; Giovanni Morelli (Villa Col de’ Canali), nipote paterno del naufrago Paolo Morelli; Pietro Cecconi (Còggio Molino di Scheggia), nipote materno di Nazzareno Lupini, Luigi Lupini (Ràncana [Costacciaro]), nipote del naufrago Nazzareno Lupini; Angelo Morelli (Costacciaro), pronipote paterno del naufrago Paolo Morelli; Alfredo Morelli (Costacciaro); Nerise Morelli (Villa Col de’ Canali [Costacciaro]), moglie del figlio del naufrago Paolo Morelli; Dr. Antonio Bellucci (Sassoferrato), Stefania Pierpaoli (Gaville [Sassoferrato]), Dr. Ivo Puletti (Villa Col de’ Canali [Costacciaro]), Rita Boini (Perugia), Graziano Gambucci (Costacciaro), Mr. Geoff Whitfield (Canada). Un grazie allo studioso Romano Guerra, per il dono della copertina de "La Domenica del Corriere". Uno speciale ringraziamento va a Rita Boini, ispiratrice di queste mie ricerche. Fonti archivistiche e bibliografiche Antonio Lechasseur, Directeur Division des services aux chercheurs archiviste aux Archives Nationales du Canada à Ottawa. Antonio Lechasseur, Ministère de la Culture et des Communications Centre d’archives du Bas-Saint-Laurent et de la Gaspésie-Îles-de-la-Madeleine 337, rue Moreault Rimouski (Québec) G5L 1P4. André Ruest, List of Canadian Pacific. David Zeni book, Forgotten Empress. Pierre Collins, Archiviste aux Archives Régionales de l’Université du Québec à Rimouski (Canada). Gilles Durand Archiviste responsable de l’Estrie Ministère de la Culture et des Communications Direction du conseil et de l’action régionale Centre d’archives de l’Estrie 225, rue Frontenac, niveau 4 Sherbrooke (Québec) J1H IK1. Richie Allen Reference Archivist Researcher Services Division National Archives of Canada. Archivio anagrafico del Comune di Costacciaro (PG), Archivio anagrafico del Comune di Turbigo (MI), The official CPR listings. www.ellisisland.org Euro Puletti |