Pietro Fauni Costacciaro (Dipinto ad olio di anonimo - 1787)

Tra il 1559 ed il 1585, il vescovo Pietro Fauni da Costacciaro (“Pietro Fauno di Costacciara”, come venne, talvolta, chiamato) fu pastore d’anime ad Acqui Terme. Al suo zelante intervento si debbono fatti essenziali nella riorganizzazione della diocesi del luogo. Lo scambio epistolare  tra il vescovo Fauni di Acqui e Carlo Borromeo, arcivescovo di Milano, dimostra come la diocesi acquese fosse, allora, povera dal punto di vista economico, ma ricolma di ricchezze spirituali. Nel 1566, ad esempio, monsignor Pietro Fauni, fondò, sempre ad Acqui, il locale seminario. Fu, inoltre, zelante visitatore delle parrocchie. Le prime relazioni canoniche delle visite pastorali nella diocesi sono, infatti, proprio quelle delle quali il vescovo di Costacciaro fu protagonista. Apprestandosi ad abbandonare la cattedra di San Guido per quella di Vigevano, Pietro Fauni ordinò la compilazione d’un primo e preliminare catalogo per Francesco Sangiorgio, suo designato successore. Dovette trattarsi di un manoscritto, intitolato Inventario de le scritture pertinenti il vescovato di Acqui date da mons. r.mo vescovo Costaciaro al prior di Nizza per consegnarle a mons. r.mo vescovo San Giorgio, che, nell’anno 1914, risultava, purtroppo, già perduto. Nel 1578, la città riuscì ad ottenere che il pastore Pietro Fauni, detto “Costaciaro”, infliggesse la scomunica a “chi ritenesse le carte cittadine”, cioè a colui il quale se ne appropriasse indebitamente. Sua eccellenza Pietro Fauni ricoprì, infine, la cattedra episcopale di Vigevano dal 1589 al 1592 (per saperne di più, si consultino gli articoli di Giulio Sardi, pubblicati sul sito Internet: http://www.lancora.com/index.html).

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