Dopo
aver parcheggiato la macchina lungo il viale alberato che dalla via Flaminia
sale al paese, in cima troviamo alla nostra destra il
monumento ai caduti, in
una piazzetta dalla quale si gode un’ampia veduta che spazia sulla campagna e
sui contrafforti dell’Appennino in direzione nord-ovest. Di fronte al monumento,
all’inizio di Corso Mazzini, via principale del paese, nella ex Chiesa di San
Lorenzo ha sede
l’Ufficio Turistico, dove è possibile avere informazioni sulle
attrattive del paese e sulle varie manifestazioni che si svolgono a Costacciaro
e nel comprensorio del Parco del Monte Cucco, illustrate in pubblicazioni di
carattere vario: storico, naturalistico, ecc.
Proseguendo lungo Corso Mazzini,
sulla sinistra troviamo la
Chiesa di San Francesco, costruita a metà del XIII°
secolo in stile gotico, con la facciata ingentilita da un rosone con esili
colonnine.
Nel suo interno a tre navate in
stile barocco a seguito di un ampliamento del secolo XVII° possiamo ammirare gli
altari posti nelle navate laterali con dipinti di pittori di scuola eugubina
raffiguranti momenti della passione di Gesù (crocifissione), oltre ad immagini
della Madonna e di vari santi. Sul pilastro di sinistra dell’arco di trionfo è
possibile ammirare un affresco raffigurante il martirio di San Sebastiano, di
probabile datazione quattrocentesca.
In seguito a recenti lavori di
restauro sono tornati alla luce frammenti di affreschi della primitiva chiesa,
tra i quali è interessante un frammento nel quale si vede la figura di un monaco
Cistercense che contempla l’immagine di Gesù e che probabilmente è da
considerare parte della parete della cappella che raccolse le spoglie mortali
del Beato Tommaso patrono del paese, cappella che fu demolita nell’ampliamento
della chiesa sopra ricordato, con conseguente spostamento del corpo del patrono
che ad oggi è riposto in un’urna dorata sotto l’altare.
Uscendo dalla chiesa, in un
piccolo slargo troviamo la
fontana pubblica risalente alla fine del 1800, alla
quale ci si può dissetare con l’acqua della sorgente di Scirca proveniente dal
cuore del Monte Cucco.
Adiacente alla chiesa è il
palazzo comunale
e la
biblioteca, antico edificio costituito da un nucleo risalente al XIII°
secolo, ampliato nel secolo XVI° e trasformato in convento da Bonaventura Pio
Fauni, insigne uomo di chiesa originario del nostro paese, come ricorda la
scritta sull’architrave del portone d’ingresso.
Di fronte al palazzo comunale si
trova un edificio anch’esso del secolo XIII° nel quale fino a pochi anni fa ha
avuto sede l’Università degli Uomini originari di Costacciaro, antica comunanza
agraria che aveva ed ha diritto di pascolo e legnatico sul Monte Cucco; in
questo edificio ora si trovano un
bar, un pub-ristorante ed una sala per
riunioni e conferenze.
Proseguendo lungo Corso Mazzini
si trova la ex Chiesa di San Marco, nella quale ha sede il
Museo Storico-naturalistico
delle aree carsiche del Parco del Monte Cucco, che offre
un’interessante raccolta di materiali ed immagini riguardanti l’ambiente
naturalistico, geologico e speleologico dei territorio del Parco, con
particolare riferimento all’area del Monte Cucco.
Nell’ambito del museo è
particolarmente interessante la raccolta di fossili, in grandissima parte
forniti dal maestro Luigi Galli, originario di Costacciaro e precursore delle
varie attività naturalistiche in seguito sviluppate nel territorio.
Uscendo dal museo, alla fine di
Corso Mazzini si trova una delle torri che facevano parte della cinta muraria
del castello e che custodiva uno degli ingressi, nota ai nostri giorni come
“Torre dell’orologio”; in seguito a recenti interventi di restauro è stato
possibile appurare che una delle campane che battono le ore è molto anteriore
all’orologio e sembra che risalga al secolo XIV°. Interessante è inoltre una
statuina antropomorfa incastonata nella muratura della torre nel lato che guarda
verso Corso Mazzini; questa statuina sembra essere di epoca anteriore alla
torre, probabilmente del secolo IX°-XI°.
Altra via interessante è via
Pietro Fauni, in fondo alla quale si trova un’opera militare, il “rivellino”,
bastione costruito nel 1477 su progetto dell’architetto Francesco di Giorgio
Martini da Siena su commissione del Duca Federico di Montefeltro; da questo
bastione si gode di un ampio panorama che spazia a sud-est e a sud-ovest, con
una vista che spazia dal Monte Cucco alla campagna fino a Gualdo Tadino ed
oltre.
Sempre in via Fauni si trova un
antico palazzo che appartenne in un primo momento alla famiglia
Fauni-Massarelli
ed in seguito fu sede del capitano del castello.
Un angolo suggestivo è
Piazza
Garibaldi, abbellita da un giardino, sulla quale si affacciano la
Chiesa della
Misericordia, sede delle Confraternita della Buona Morte, nella quale si possono
ammirare delle pitture risalenti al XVI° secolo e le
Scuole Medie ed Elementari
intitolate ad Efrem Bartoletti, perseguitato politico costretto ad emigrare
negli Stati Uniti e poeta che nelle sue opere difese i diritti umani e mai
dimenticò il suo paese di origine.
In una piazzetta adiacente,
lungo via Spadini, nel periodo estivo si tengono manifestazioni varie come
spettacoli teatrali, concerti, ecc.
Da Piazza Garibaldi, scendendo
per via Massarelli troviamo
l’antico Frantoio risalente al 1700 e che è stato in
attività fino a non molti anni addietro; una visita a quest’antico locale potrà
darci un’idea delle varie fasi della lavorazione, a partire dalla molitura delle
olive fino alla spremitura ed alla raccolta dell’olio.
Di fronte al frantoio, in un
edificio risalente al XIII° secolo ed utilizzato fino a non poco tempo fa per la
stagionatura del formaggio e per questo noto come “la Caciara” ha ora sede
l’Università degli Uomini originari di Costacciaro sopra ricordata.
In fondo alla via si trova una
chiesetta che anticamente faceva parte di un convento dove ora ha sede il Borgo
didattico
CENS (Centro Escursionistico Naturalistico Speleologico) e che è nota
come la “Chiesa della Bianca”, sede della Confraternita del Gonfalone.
Facendo un giro lungo le mura
dell’antico castello, passando da via della
Roccaccia troviamo un’antica
torre
recentemente restaurata e proseguendo, ai piedi del rivellino vediamo
due
fontane con copertura a volta contemporanee alla struttura militare e che
servivano per l’approvvigionamento idrico del castello; quindi risalendo per via
del Fosso ci ritroviamo sotto la torre dell’orologio; se ci affacciamo dal
muraglione potremo vedere gli
impianti sportivi, piscina, campi da calcetto,
beach volley e tennis.
Proseguendo per via Guglielmo
Marconi ci ritroviamo ai piedi della collina all’imbocco della via Flaminia e da
qui possiamo vedere il “Cassero”, nucleo originario dell’antica fortezza posto
alla sommità.
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